Caselli si scaglia contro Coral

«Mi amareggia e stupisce, che siano casi singoli isolati, ma purtroppo numerosi, che riguardano alcuni politici ed amministratori, ad intrattenere abitualmente proficui rapporti, quasi sempre di affari e di scambio, con persone riconducibili all’ambiente mafioso, creando “amorevole intreccio” di cui questa inchiesta offre uno spaccato inquietante. Che in una città in cui è stato ucciso su mandato dell’ndrangheta il Procuratore della Repubblica Bruno Caccia, ci siano personaggi che vivono e operano nel mondo legale talora con responsabilità istituzionale, disposti a trescare, a trattare con mafiosi e paramafiosi, con assoluta “normalità”, è una vergogna inaccettabile.» Sono alcune delle parole rivolte alla stampa dal Procuratore Generale di Torino Giancarlo Caselli.
È un’ipotesi di concorso esterno nel delitto di associazione mafiosa, quella a cui il Procuratore si riferisce, e per la quale è stato chiesto e disposto dal Gip un provvedimento cautelare in carcere. Una posizione a cui ha voluto accennare. È quella che riguarda Nevio Coral, soggetto, così come si legge nell’ordinanza del Gip, «ben collocato in una prospettiva di un reciproco scambio con gli affiliati nell’ambiente dell’ndrangheta, che foraggia gli affiliati quali i detenuti, che non ha problemi ad incontrarsi con la comunità dei calabresi in funzione di elezioni, che promette posti di lavori e cariche amministrative per favorire la creazione di un gruppo di lavoro asservito ad interessi privatistici.»
E l’attenzione del Procuratore Caselli è andata a quel “gruppo di lavoro” auspicato dallo stesso Coral, in una conversazione: «prendiamo uno, lo mettiamo in Comune, un’altro nel Consiglio, uno nella Pro Loco, uno da qualche altra parte e magari arriviamo che ci ritroviamo persone nostre e diventiamo un gruppo forte.» A fronte del discorso l’interlocutore ha risposto: «Noi siamo con voi e saremo felici come lo siamo stati anni fa.» Secondo il Gip Coral non rappresenta certo un soggetto “spettatore passivo”, muovendosi lui stesso «per promuovere incontri nel suo interesse, per concludere rapporti di scambio e per creare situazioni a lui favorevoli.»

k.o.

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