Di ritorno dall’Abruzzo

Gli aiuti e la Protezione Civile. Un grosso sforzo organizzativo che si presta a critiche, soprattutto quando il materiale consegnato non viene accettato perché «c’è n’è in esubero». Ma organizzare un campo, come quello di Barisciano, non è semplice. La logistica affrontata è complessa e non sempre le cose funzionano al meglio. È come replicare la vita di tutti i giorni in una situazione di incertezza.
E se nella vita di tutti i giorni i comuni sono al centro di polemiche per i servizi, immaginiamo quanto sia complicato mettere a disposizione uffici comunali, assistenza medica, mensa, tende per dormine, servizi igienici dall’oggi al domani. Anzi, oggi per oggi.
Perché così è successo dopo il terremoto della notte tra domenica e lunedì: gli aiuti, i primi, sono arrivati a Barisciano nella mattinata di martedì. Il Piemonte in prima fila, insieme alle regioni Friuli, Umbria, Lazio, Lombardia, Sicilia.
Ma poi ci sono i protagonismi che non mancano e che caratterizzano la Protezione Civile: il rapporto tra il coordinamento regionale, i vigili del fuoco, l’esercito.
E all’interno del coordinamento regionale i rapporti con quei coordinamenti provinciali di protezione civile che come quello torinese patisce un po’ il ruolo in secondo pino.
Situazioni che sono identiche ad altri settori, a molti posti di lavoro. La differenza è che in Protezione Civile le polemiche, se ci sono, lasciano poi spazio al lavoro e si arriva ad una soluzione dei problemi.

Permalink link a questo articolo: https://www.damasio.it/5-anni-di-gazzetta/di-ritorno-dallabruzzo/6849