Irene, la piazza è con Te!

“Cercherò di rimanere quella che sono, ma di fare capire a tutti l’entusiasmo che ho nel ricoprire questo ruolo”

Irene Quaglia Ferraris (Foto Marino)

Irene Quaglia Ferraris (Foto Eugenio Cacciola)

È una Mugnaia che piace Irene Quaglia. Bella, sorridente, semplice. E con una famiglia unita, composta dal marito Stefano Ferraris e dai piccoli Filippo e Federico di 13 e 10 anni.
Vice Direttrice della sede di Ivrea del Monte dei Paschi, 40 anni, del segno dell’Acquario essendo nata il 23 gennaio; le origini della sua famiglia sono cuneesi. Il papà Guido è di Fossano e si è trasferito in Canavese negli anni ’60; lavorava come chiururgo all’ospedale di Cuorgnè. Poi la scelta di risiedere a Ivrea, nel quartiere San Lorenzo.
In Canavese papà Guido si sposa con Giusy Verlucca, “nobile” cognome canavesano ed insieme danno alla luce Irene e, prima ancora, la sorella Adriana. Irene Quaglia ha cominciato a vivere il Carnevale da giovane. È stata infatti Abbà nel 1978 e nel 1979. Poi è stata arancere nella squadra dei Picche, «fino a quando sono diventata mamma.»
E Irene e Stefano hanno piantato il pich a San Salvatore nel 1996.
Il Carnevale è sempre stato importante in famiglia: la zia Monique Van Goietsen-Oven Verlucca è stata Mugnaia nel 1973 e non potrebbe essere altrimenti con una famiglia come i Verlucca, da sempre legata alla tradizione.
Lo zio Cesare, fondatore della prestigiosa casa editrice, ha poi avuto un ruolo importante quando si è trattato di accettare la proposta avanzata dalla Fondazione.
Irene sognava di fare la Mugnaia, anzi il suo nome negli ultimi dieci anni è stato periodicamente accostato alla identità del personaggio femminile. Irene poteva essere Mugnaia del Carnevale di Ivrea già nel 2000. In quella occasione arrivò la proposta, ma dovette rifiutare perché aspettava Federico. Così, questa volta, insieme a Stefano, hanno deciso per un sì entusiasta.
È stato un regalo di compleanno, visto che l’ufficializzazione è venuta il 24 gennaio. «Una emozione forte, non ho dormito per una settimana. Nulla in confronto al sabato sera. Non solo l’uscita dal balcone. Mi è sempre piaciuto arrivare in piazza e vedere la Sala Dorata illuminata a festa.» Quella stessa sala che accompagnerà gli ultimi minuti della Mugnaia, prima della proclamazione.
Che Mugnaia sarà?
«Cercherò di rimanere quella che sono – dice Irene – ma di fare capire a tutti l’entusiasmo che ho nel ricoprire questo ruolo.»
Ed è quello che la piazza capirà della Violetta del 2011; forte come la storica eroina, più forte delle indiscrezioni, delle polemiche e delle anticipazioni.
Forte da riuscire, comunque, ad entusiasmare la piazza.
Sorridi cara Violetta, perché la piazza ti sorride. La piazza è con Te!

Mario Damasio

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