La Regione adotta Barisciano

La visita al campo che dà ospitalità ai 1700 abitanti del Comune abruzzese

Il Campo di Barisciano, allestito dalla Regione Piemonte, è diverso dalle normali tendopoli. Non è un campo circoscritto, delimitato, ma diffuso su tutto il territorio comunale. Certo c’è un’area dove sono ammassate la gran parte delle tende e delle strutture, ma a Barisciano piccole tendopoli sorgono un po’ ovunque. Anche perché da un punto di vista morfologico il territorio comunale non si presta a offrire grandi spazi. Spazi che non sono nemmeno pianeggianti. E così la scelta di proporre una tendopoli diffusa è diventata una necessità.
A Barisciano la Regione è arrivata il martedì mattina. La macchina della Protezione Civile si è messa in moto molto rapidamente. Ed altrettanto rapidamente sono state montate le prime strutture. Poi, nei giorni successivi, sono stati fatti passi in avanti e sono stati forniti altri servizi.
A dirigere le operazioni, per conto della Regione Piemonte e dell’Assessore alla Protezione Civile Luigi Ricca, è il dirigente del settore, Sandro Peressin.
È lui che alle 8.30 del mattino di sabato, poco prima di partecipare ad una riunione a L’Aquila, ci fornisce le prime spiegazioni relative alla organizzazione del lavoro.
«Barisciano è un comune sfollato interamente: ha una popolazione di 1700 abitanti  e ad oggi sono circa un migliaio i posti letto utilizzati. Un numero che salirà ancora nei prossimi giorni ed arriverà a circa 1500. Il lavoro è stato complesso, ma possiamo dire di essere andati a regime nel giro di un paio di giorni, grazie all’impegno della Regione che ha coordinato i vari Coordinamenti Provinciali presenti in Piemonte.
Le prime necessità? «Dare la possibilità di dormine, montando le tende, e di mangiare approntando  la mensa. Ma subito dopo anche le attività collaterali con il posto medico avanzato, garantito dal 118 della Regione Piemonte. A Barisciano c’è poi una casa di riposo che ospita una cinquantina di anziani, che sono stati alloggiati in un tendone riscaldato.» E con il passare dei giorni è stato anche possibile avviare un servizio dedicato ai bambini; grazie all’Anpas  in una struttura protetta, possono giocare in compagnia degli animatori. È un passaggio importante, così come quello degli psicologi, presenti a Barisciano per dare supporto e sostegno alla popolazione.
È fuori di dubbio che nonostanbte la tempestività degli aiuti la situazione sia di fortissimo disagio: «Chiunque in una situazione come questa vuole tutto e subito. Come dargli torto?»
Mentre chiaccheriamo con Peressin arriva il Sindaco di Barisciano, Domenico Panone, primo cittadino dal 1999.
«I danni ci sono, ma fortunatamente non contiamo vittime. Ma non c’è solamente il capoluogo, abbiamo anche le frazioni: Picenze, San Martino Villa di Mezzo e Petogna.» Anche nelle frazioni sta lavorando la Regione Piemonte che ha adottato Barisciano.
«Il paese è prettamente zootecnico, con allevamenti di ovini e bovini – dice il Sindaco – Ci sono poi delle coltivazioni di nicchia come il farro, lo zafferano, le lenticchie, e attività artigianali legate prevalentemente all’edilizia. Ci preoccupa l’aspetto economico, soprattutto per i danni che ha subito L’Aquila. Per noi è una grossa mazzata all’economia.»
Anche l’edificio comunale è stato lesionato e il giorno di Pasqua è stato consegnato un camper che possa ospitare le prime attività. Ma già entro domani dovrebbero essere montate due casette prefabbricate per fare riprendere a pieno regime il lavoro dell’ente.
Vicino a noi il posto medico avanzato diretto dal Dottor Giovanni Lombardi. La struttura è un filtro tra il territorio e gli ospedali. Lavora un direttore, due medici, un coordinatore infermieristico, tre infermieri e due tecnici. «Affrontiamo tutti i problemi inerenti la salute, da quelli più banali a quelli più gravi. Nei primi giorni alla tenda del 118 sono passate anche 120 persone al giorno.»
Un giro nelle cucine consente di conoscere gli alpini a cui è affidato il servizio, che garantisce oltre un migliaio di pasti al giorno: «Stiamo per cucinare un quintale di pasta» ci dice uno dei volontari.
E allora ci dirigiamo a scaricare il materiale che abbiamo trasportato in Abruzzo. Con una certa sorpresa scopriamo che il magazzino del campo è pieno e che il latte e il caffè che abbiamo portato è in esubero. Lo collocheremo in un campo vicino, a Paganica, dove c’erano maggiori necessità.
È la macchina della Protezione Civile che, nonostante l’organizzazione, rischia di avere qualche intoppo, per una evidente congestione di lavoro. Stando sul posto questo aspetto appare assolutamente comprensibile, perché chi vuole, o vorrebbe, una organizzazione perfetta ed efficace, probabilmente non si rende conto di cosa significa emergenza.
Ora come continuerà il lavoro? «Con la seconda fase, quella della valutazione dei danni – dice ancora Peressin – che consentirà di capire quante persone potranno rientrare nelle loro abitazioni. Queste verranno classificate in agibili, non agibili e abitabili con alcuni interventi. In quel momento saranno chiari i numeri dell’emergenza e potrà così partire la terza fase, quella, per quanto ci riguarda della gestione futura dei volontari. Anche perché l’emergenza continuerà per parecchio tempo.»
Lasciato il campo ci dirigiamo al centro di Barisciano, quello ferito dal terremoto. Tra le case lesionate il silenzio è devastante: un silenzio sordo e triste. Il rione Tricalle è un paese fantasma e gli unici abitanti che sembrano non spaventati a passare tra le rovine sono solamente i gatti. Sarà così anche nella frazione di San Martino e di Petogna. Identico scenario ed identica impressione: di vuoto e di assenza.
Alla frazione di  Petogna si sta montando il campo. In prima fila ci sono le squadre piemontesi degli Aib, e tra loro anche i volontari di Ozegna. Si stanno occupando di montare la cucina. Non sono ancora le 11 del mattino, il lavoro non è ancora finito «ma per l’ora di pranzo daremo da mangiare.»
A San Martino facciamo una sosta nella mensa del campo: un primo, una doppia scelta di secondo, un contorno e la macedonia. Il campo è piccolo: tutto appare molto più semplice e lineare rispetto alla attività frenetica del campo base. Mangiamo qualcosa e non possiamo non notare che gli abitanti del posto sono mescolati ai volontari ed i volontari agli abitanti.
Nel giro di poco tempo si è creato un affiatamento che non può che fare bene agli uni ed agli altri.
Ad accompagnarci per le frazioni è Marco Bologna, Coordinatore provinciale di Alessandria della Protezione Civile.
Passiamo con lui un paio di ore, ma la gran parte del tempo la trascorre a rispondere al telefono o alla radio. Ascoltando domande e richieste di ogni genere e dando risposte, comunque: «Sono stato due giorni a L’Aquila a scavare tra le macerie – racconta al telefono – poi sono venuto via.»
Chiude il telefono: «Adesso vi porto in quella frazione», ma un istante dopo è già di nuovo fermo perché sulla strada incontra un secondo problema e poi un terzo.
La vita di un campo è questa: problemi non preventivati, anche in presenza di una organizzazione sulla carta.
E chi fa polemica in questi giorni farebbe meglio a trascorrere qualche ora a contatto con questa realtà. Anzi dovrebbe per qualche ora prendere telefonino e radio per capire quanto sia facile parlare e pontificare e quanto invece sia più problematico affrontare i problemi e cercare di dargli una parvenza di soluzione.

Si rafforza la presenza del Piemonte
Sabato si è riunito presso la DI.Co.Ma.C, Direzione di Comando e Controllo di Protezione civile all’Aquila il Coordinamento delle Regioni per stabilire definire le modalità da seguire per migliorare l’attività di soccorso nelle prossime settimane.
Al tavolo, al quale hanno partecipato i rappresentanti di tutti i livelli organizzativi del sistema di Protezione Civile sono emersi quattro punti ritenuti indispensabili per raggiungere obiettivi che assicurino una qualità di vita sostenibile per la popolazione ospitate nelle tendopoli.
Sono emerse le necessità di trovare un modello di comunicazione condiviso fra tutte le Regioni  per migliorare la qualità degli interventi, di  assicurare uno standard minimo di qualità per gli interventi che la Protezione civile deve realizzare nei campi di accoglienza; sono state definite le  linee guida per la gestione sanitaria assicurare l’igiene alimentare nella preparazione e somministrazione dei pasti, è stata ribadita la necessità di seguire la corretta applicazione delle procedure operative per assicurare un rapido interevento.
Contestualmente si rafforza la presenza del Piemonte in Abruzzo con l’invio di un contingente della Città di Torino con una presenza di 40 persone destinate frazione di San Giacomo all’Aquila e che assicurano già un  servizio cucina per circa 1000 persone.

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