L’Angelus di Papa Benedetto XVI

“Cari fratelli e sorelle, sono venuto con grande gioia nella vostra bella città e bella chiesa. Città nativa del mio primo collaboratore il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano. Come vedete a causa del mio infortunio sono un po’ limitato nella mia agilità, ma la presenza del cuore è piena, e sono con voi con grande gioia! Vorrei dire grazie di cuore a tutti coloro che hanno in questo momento mostrato la loro vicinanza, simpatia, affetto e che hanno pregato per me, rafforzando la rete della preghiera che ci unisce in tutte le parti del mondo. Vorrei dire grazie al personale medico di Aosta che mi ha trattato con tanta diligenza, competenza e amicizia e vedete con successo, speriamo successo finale. Vorrei dire grazie anche alle autorità di Stato della Chiesa , e a tutti i semplici che hanno scritto a me e fatto vedere il loro affetto e la loro vicinanza. Vorrei ringraziare il vostro Vescovo Arrigo Miglio per le sue belle parole piene di amicizia e che ha anche un po’ insegnato la situazione storica e presente anche di questa città. Vorrei ringraziare Sua eccellenza Luigi Bettazzi per la sua presenza. Saluto il sindaco che mi ha dato un bellissimo dono le autorità civili e militari. Saluto il Parroco e gli altri sacerdoti, i religiosi e le religiose. I responsabili delle associazioni e movimenti ecclesiali e l’intera cittadinanza con attenzione speciale per i bambini, i giovani, le famiglie, i malati e le persone bisognose. A tutti a ciascuno va il mio più vivo ringraziamento per l’accoglienza riservata in questo breve soggiorno fra voi. In questa mattinata viene celebrata l’eucarestia e il Cardinale Bertone ha certamente illustrato la parola di dio che la liturgia ci offre alla nostra meditazione in questa sede. Come il signore invita i discepoli a ritirarsi in disparte ed ascoltarlo nell’intimità così anch’io vorrei intrattenermi con voi ricordando che proprio l’ascolto e l’accoglienza del Vangelo hanno dato vita alla vostra comunità cittadina il cui nome richiama il legame del Canavese con Roma. La vostra terra fu tagliata dal sangue dei martiri tra i quali San Solutore e devo confessare che fino ad oggi non conoscevo il suo nome, ma sono sempre grato di conoscere nuovi santi, e poi San Pietro, l’Apostolo che è il titolare della vostra chiesa. La testimonianza di una lunga storia di fede e la vostra imponente chiese parrocchiale che domina una larga parte della terra canavesana la cui gente è nota per il suo amore e attaccamento al lavoro. Attualmente però so che anche qui molte famiglie sperimentano la situazione di difficoltà economiche a causa della carenza di occupazione lavorativa. Su questo problema sono intervenuto più volte ed ho voluto affrontarlo più approfonditamente con la recente enciclica “Caritas in veritate” che possa mobilitare le forze positive per rinnovare il mondo. Cari amici non scoraggiatevi. La provvidenza aiuta chi opera il bene e si impegna per la giustizia, aiuta quanti non pensano solo a se, ma anche a chi sta peggio di loro. E voi lo sapete bene perchè i vostri nonni furono costretti ad emigrare per carenza di lavoro ma poi lo sviluppo economico ha portato benessere e altri sono immigrati qui dall’Italia e dall’estero. Questo momento di difficoltà potrà essere superato grazie  al valore fondamentale  della famiglia, del rispetto della vita umana, la sensibilità per la giustizia sociale, la capacità di affrontare la fatica, il sacrificio, il forte legame con la fede cristiana attraverso la vita parrocchiale e specialmente la partecipazione alla santa messa sono stati  nei secoli la vostra vera forza. Saranno questi stessi valori a permettere alle generazioni di oggi a costruire con speranza il proprio futuro dando vita ad una società veramente solidale e fraterna dove tutti i vari ambiti e istituzioni ed economia siano permeati di spirito evangelico. In modo speciale mi rivolgo ai giovani ai quali occorre pensare prospettiva educativa. Qui come dappertutto bisogna domandarci quale tipo di cultura gli viene proposta. Quali esempi e modelli vengono proposti e valutare se siano tali da incoraggiarli a seguire le vie del Vangelo e della libertà autentica. La gioventù piena di risorse va aiutata a vincere le tentazioni illusorie e facili per trovare la strada della vita vera e piena. Cari fratelli e sorelle questa vostra terra ricca di tradizioni cristiane e di valori umani sono fiorite numerose vocazioni maschili e femminili in particolare per la famiglia Salesiana come quella del Cardinale Bertone che è nato proprio in questa parrocchia, battezzato in questa chiesa e cresciuto in una famiglia dove ha assicurato una fede genuina.
La vostra Diocesi è devota ai figli e figlie di Don Bosco per la loro presenza diffusa e feconda in tutta la zona fin dagli anni in cui era ancora in vita il Santo Fondatore. Sia questo ulteriore incoraggiamento per la vostra comunità diocesana ad impegnarsi sempre più nel campo dell’educazione e dell’accompagnamento vocazionale. Invochiamo per questo la protezione di Maria, la Vergine assunta patrona della Diocesi, aiuto dei cristiani, madre amata e venerata in modo speciale nei numerosi santuari a lei dedicati tra i monti del Gran Paradiso alla pianura del Po. La sua presenza indichi a tutti la via della speranza e li conduca come la Stella che guido i Santi Magi. La Madonna della Stella vegli su voi tutti dal colle che domina Ivrea, il Monte Stella dedicato a lei e ai Re Magi. Allora affidiamoci con fiducia filiale alla Madonna invocandola con la preghiera dell’Angelus.

Papa Benedetto XVI

Permalink link a questo articolo: https://www.damasio.it/5-anni-di-gazzetta/langelus-di-papa-benedetto-xvi/6746