Il parere della Minoranza sulla centrale idroelettrica

PONT CANAVESE – Dopo la conferenza dei servizi tenutasi il 16 luglio, ora il progetto di Enel Green Power per la costruzione di una centrale idroelettrica a Pont, alimentata dallo sfruttamento delle acque del Soana, si trova ora in fase, già avviata, di autorizzazione da parte della Provincia di Torino. Si tratta di un progetto di cui si è iniziato a parlare vent’anni fa, e che già allora aveva sollevato dubbi e obiezioni in merito, sia per l’elevata captazione di acqua (per molti chilometri nei pressi di Ronco Canavese), sia per quanto concerne la realizzazione di una galleria lunga circa sette chilometri, dove dovrebbe passare il tubo, largo tre metri, di captazione dell’acqua.
Il gruppo di Minoranza del Comune di Pont ha esposto, in un comunicato, le proprie perplessità: «Le nostre posizioni a riguardo della ipotetica (ma nemmeno più di tanto) costruzione della nuova centrale idroelettrica (potenza nominale pari a 33.000KVA) su progetto di Enel Green Power – riporta Massimo Motto nel comunicato – riguardano la tutela morofologica e paesaggistica del nostro paese, la tutela della salute pubblica degli abitanti (in particolar modo quelli residenti nella zona dei Prati della Fiera).
Tutto ciò viene del tutto prima, molto prima rispetto ad un eventuale torna conto economico per il nostro paese.
Veniamo al progetto in sé che prevederebbe la presa dell’acqua proveniente dal torrente Soana all’imbocco del Comune di Ronco (in valle Soana) attraverso una condotta o galleria lunga circa sette chilometri per un diametro di 6 metri (tubo da 3 metri) e che sboccherebbe nel nostro Comune in zona Prati della Fiera con una “finestra d’ispezione” in località Lutta dove dovrebbe essere costruita una grande piazza utilizzando il materiale estratto). La prima perplessità riguarda l’enorme quantitativo di materiale che verrebbe estratto (iniziando dalla zona del Prati della Fiera) per la costruzione della galleria. La nostra montagna cosi franosa sopporterebbe il fatto d’essere bucata? Il materiale estratto dalle viscere della montagna non ha nessun carattere dannoso per la salute pubblica? (esempio presenza di amianto). Infine la questione logistica del trasporto dello sfrido comporterebbe un enorme movimentazione di mezzi per molti anni a partire dai prati della zona interessata allo scavo (qualcuno ha pensato a chi abita lì?).»
Ma non è tutto, perché l’altro aspetto focalizzato dalla minoranza riguarda il torrente Soana: «Seconda e probabilmente primaria perplessità: tutti sappiamo e conosciamo l’esigua portata del torrente Soana che si trasforma in un ruscello per la maggior parte dei mesi dell’anno. Utilizzare la sua acqua, trasportandola attraverso la galleria e dopo il suo utilizzo “per caduta” rilanciata nel fiume Orco in zona Goia del Ghur, non farebbe altro che prosciugare praticamente il corso del torrente Soana da Ronco a Pont. Il Soana sarebbe solo più composto da 2 dei suoi affluenti: il Rio Verdassa ed il Rio Bigio. É pur vero che l’ente che utilizzerebbe l’acqua per trasformarla in corrente e quindi dovrebbe garantire il “deflusso minimo vitale”, ma al tempo stesso sappiamo bene come vanno queste cose: al lato pratico Pont perderebbe uno dei suoi due torrenti.
E le centraline attualmente esistenti lungo il corso del torrente Soana che utilizzano la forza della corrente del fiume? Dovrebbero per forza di cosa essere dismesse (come previsto dal progetto) : l’acqua è una sola ed in questo caso, se il corso verrà deviato, non sarà possibile suddividerlo e usare l’acqua “a catena” come avviene adesso. Posti di lavoro persi? Inoltre quanta energia producono al momento le centraline esistenti sommando le singole produzioni, rispetto a quanta ne dovrebbe produrre la nuova centrale? Non sarebbe piu’ opportuno pensare ad un loro ammodernamento senza stravolgere il nostro territorio e le nostre vite?»
E ancora si legge: «La terza perplessità (citata NON in ordine di importanza) riguarda la tutela della salute pubblica dei cittadini (soprattutto per coloro che risiedono nella zona coinvolta dalla nuova centrale; questo per due ragioni. La prima riguarda l’esposizione al campo elettromagnetico generato dalla corrente prodotta dalla centrale e l’eventuale inquinamento acustico ed il secondo riguarda il fatto che le strutture che dovrebbero ospitare il complesso della centrale sono ubicate in un’area ad elevata pericolosità di inondazione (RME) dovuta alla vicinanza con il Fiume Orco; non è il caso d’essere molto esperti per comprendere che purtroppo la corrente non va molto d’accordo con l’acqua delle eventuali (frequenti) inondazioni.
L’ultima della nostre perplessità riguarda l’impatto ambientale generato dalle dimensioni dall’imponente struttura che ospiterebbe la centrale la quale si troverebbe incastonata oltre che in un contesto montano particolare anche molto vicino alle abitazioni di privati (30 metri) e, ripetiamo, al Fiume Orco.
É importante specificare che nel progetto iniziale di questa nuova centrale, il complesso che dovrebbe ospitarla era previsto che fosse “incastonato” all’interno della montagna, anche per limitare il più possibile l’impatto visivo\ambientale, mentre in quello attuale, per una questione di costi, è previsto che venga costruito del tutto all’esterno, ossia nel prato dietro ex distributore Rico, avrebbe una forma piramidale in altezza ed un ingombro di lunghezza di circa 80 metri.
Non è possibile generalizzare su tutto cercando di vedere solo il lato positivo delle cose (che in questo caso oltre alla natura stessa della centrale cioé di produrre energia pulita potrebbe anche creare benefici al paese in termini monetari, forse posti di lavoro e forse lavoro alle imprese e “impresotte” locali) ma si deve analizzare dettagliatamente tutto il contesto.
Ci sono situazioni nella vita che non hanno un prezzo, nessuno di noi ad esempio si priverebbe di un braccio o di una gamba per scopi di lucro. I pontesi ad esempio sarebbero disposti a perdere uno dei loro due fiumi? Oppure sarebbero tutti disposti a risiedere nelle case limitrofe alla nuova centrale?»
E Motto conclude: «Tutte queste sono domande alle quali non può rispondere un uomo solo nemmeno se è un Sindaco. La gente deve essere del tutto informata nei minimi dettagli di quanto sta per accadere; la gente deve sapere e deve poter dire la sua. Pont è di tutti. Mai, ripeto mai, come questa volta è necessario ed inderogabile che l’amministrazione informi ed ascolti i Pontesi, nel bene e nel male.
Sarebbe stato opportuno, anzi molto necessario, che questa informazione e questo coinvolgimento fosse avvenuto ben prima di inviare delle osservazioni all’Ente costruttore (Enel Green Power) a firma del nostro Sindaco in data 16 luglio 2012 a postumi della conferenza di servizi che ha visto partecipe la Regione, la Provincia, l’Arpa i comuni interessati (tra l’altro il Comune di Pont era presente?)
Questa ci i sembra tutt’altro che una situazione da “tener per se” come un segreto di Pulcinella oppure di divulgarla quando ormai sarà troppo tardi;
Nel bene o nel male.»

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