La Festa dell’Uva punta sulla qualità

CALUSO – La Festa dell’Uva 2014 punterà sulla qualità del vino. È un pensiero comune che vede tanto l’Amministrazione Comunale, quanto la Pro Loco, attivarsi in tal senso, ed in tal senso viaggiano alcune novità che caratterizzeranno l’evento, che non sarà stravolto rispetto alle passate edizioni, ma che cercherà di porre solide basi affinchè la manifestazione torni ad essere quella di un tempo. Vino sì ma che sia dunque contrassegno di garanzia. La vendita sarà di fatto esclusiva dei Rioni e delle Frazioni, del bar della Pro Loco, di quelli della città e dei ristoranti. «Girava troppo vino fasullo – ha commentato il neo Presidente della Pro Loco Bruno Cambursano – e la scelta mirata di abolirne la vendita agli ambulanti e ai paninari, è stata presa per evitare che questo “mercato” non si verificasse più.» Da qui la richiesta all’Amministrazione Comunale di emettere un’ ordinanza in termini di controllo, che andrebbe ad affiancare quella di abolizione di vendita delle bottiglie di vetro, ma non solo. Stop anche alle bottiglie di plastica che, secondo Cambursano, non rendono giustizia ai requisiti di qualità richiesti ad un’un eccellenza vinicola; meglio dunque versare direttamente il vino nel bicchiere oppure in caraffa qualora il visitatore desiderasse mangiare al desco. «Nelle piole – ha sottolineato il Presidente della Pro Loco – la vendita sarà relativa al vino Passito, al vino bianco spillato e all’Erbaluce Docg. Anche il prezzo del cosiddetto “nettare di Bacco” sarà equiparato, sia quello di acquisto verso il produttore che di vendita verso il pubblico. Ad ogni stand delle Frazioni e dei Rioni sarà abbinato un produttore vitivinicolo locale diverso, per far sì che tutti possano essere protagonisti; e non è poi così remota l’idea che sia lo stesso produttore ad intrattenere l’ospite raccontando le peculiarità di una docg d‘eccellenza. Piole che animano via Bettoia ed il centro cittadino in festa, mentre quelle delle Associazioni abiteranno i viali dell‘area mercatale. «Anche le Associazioni – ha continuato Cambursano – non potranno vendere il vino, tranne “Gli Amici dell’Erbaluce”.»
«La cultura vinicola – sottolinea la Pro Loco – è una dote che da sempre caratterizza gli abitanti di Caluso; la dedizione con cui la gente di questa terra riesce a creare un prodotto unico deve e vuole essere celebrata come omaggio all’unicità di un vino che ormai così impresso per generazioni nei calusiesi, non è solo più un vino, ma è diventato un modo di vivere, un modo di essere.» Un connubio vincente: affiancare il buon vino delle cantine locali alla cucina tradizionale delle “Veje Piole” che, allestite dai Rioni e dalle Frazioni, garantiranno al visitatore quanto di buono in termini di enogastronomia, il territorio è in grado di offrire.
La speranza è quella che il centro cittadino possa vivere di profumi e sapori, di divertimento e di allegria, dove la cultura del bere sia ricondotta alle specificità organolettiche del prodotto e non alla quantità di alcool che l’organismo è in grado di reggere.
Karen Orfanelli

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