In Piemonte numeri inquietanti, figli dei tamponi fatti in ritardo nelle Rsa

In Piemonte numeri inquietanti, figli dei tamponi fatti in ritardo nelle RsaAumentano i contagiati in Piemonte e non potrebbe essere altrimenti. Con l’effettuazione dei tamponi all’interno delle case di riposo, nei tempi in ritardo di cui abbiano già parlato, il numero è destinato a crescere giorno per giorno. E’ il caso di Nole Canavese che ha visto crescere il numero dei pazienti di 60 unità. Hanno giocato i tamponi effettuati alla Rsa ed i cui risultati parlano di 12 operatori e 44 ospiti contagiati.
Sarà ancora così per molti giorni, perchè se è vero che il Piemonte è stato interessato dal coronavirus qualche giorno dopo Lombardia e Veneto, è altrettanto vero che il numero di tamponi effettuati è sempre stato abbondantemente inferiore. E ora che viene monitorata di più la situazione escono fuori i numeri veri. Ma la crescita è a singhiozzo, se è vero che oggi l’Asl ha comunicato una capacità di 300 tamponi al giorno, dei quali la metà per gli ospedali e la rimanente da dividere tra cittadini e strutture per anziani. Quindi parlare di ritardo è un eufemismo.
E tamponi vengono richiesti, tra gli altri, anche dal Sindaco di Valperga Francisca, per il Barucco. Sul fronte dei contagi oggi si registrano 4 casi in più a San Maurizio, tre a Leinì, due a Agliè, Bosconero, Sparone e Valperga, un caso in più a Castellamonte, Cuorgnè, Bairo, Corio e San Giorgio.
live sponsor - CopiaI numeri della Regione sono inquietanti: 82 decessi, 815 casi di nuovi contagi (il 60 per cento riscontrati nelle case di riposo dove sono state segnalate forti criticità e presenza di pazienti sintomatici e il restante 40 per cento riguarda il resto della popolazione piemontese), 345 (-13 rispetto a ieri) pazienti ricoverati in terapia intensiva e 3.254 ricoverati in reparti. Le persone in isolamento domiciliare sono 10.170.
In questo contesto difficile il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha parlato oggi di Fase 2: “Parlare di normalità – ha detto – sarebbe imprudente, ma credo che il 4 maggio si possa iniziare una nuova normalità. Aspettare a braccia conserte che il coronavirus se ne vada per fare come prima è il più grande errore che si possa commettere. Attrezzarci in questa fase di coda del virus epidemico per ripartire in sicurezza è il grande sforzo di responsabilità e di lungimiranza che la politica tutta deve compiere.
Forse la difficile giornata di oggi, gli 82 decessi e gli 815 contagi, avrebbero dovuto consigliare un po’ di prudenza. La gestione della Fase 2 non sia figlia della gestione della Fase 1.

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