Il Piemonte torna alle urne: il Consiglio di Stato boccia il ricorso di Cota

TORINO – Il Piemonte tornerà alle urne con un anno di anticipo rispetto alla naturale scadenza della legislatura. Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato dal governatore del Piemonte Cota contro la sentenza del Tar che ha annullato le regionali 2010. L’esito delle consultazioni per rinnovare gli organi della Regione resta quindi annullato e si devono indire nuove elezioni. «La sentenza del Consiglio di Stato è la morte della democrazia» ha detto il governatore Roberto Cota. «La sinistra vuole il Piemonte pur avendo perso le elezioni. È un affronto ai piemontesi, che hanno espresso il loro voto chiaramente.»

I commenti

«Il Consiglio di Stato accogliendo le nostre richieste per il rigetto del ricorso di Cota, ha definitivamente ristabilito la democrazia in Piemonte che era stata incredibilmente ferita ingannando gli elettori con una lista farlocca dove nemmeno i candidati avevano mai accettato di essere candidati a sostegno del centrodestra.»
Avv. Gianluigi Pellegrino, legale di Mercedes Bresso

«Finisce un calvario che ha visto il Consiglio regionale del Piemonte perdere man mano la sua credibilità di fronte agli elettori, avendo dalla sua nascita un peccato originale, dato dalla presunta illegittimità del voto, stasera definitivamente confermata. Ora è necessario girare al più presto pagina e ridare la parola ai Piemontesi perché possano avere un nuovo governo con un nuovo programma di rilancio di una regione in grave crisi.»
Monica Cerutti, Sinistra Ecologia Libertà

«Ora si vada alle elezioni a maggio, insieme alle europee. E il Partito Democratico si dia un percorso rapido per ufficializzare il suo candidato alla presidenza della Regione Piemonte, dotarsi di un programma serio e definire la coalizione con cui presentarsi agli elettori, risollevando finalmente il Piemonte dai disastri compiuti da Roberto Cota e dalla Lega Nord in questi 4 anni.»
Gianna Pentenero, PD

«Giustizia è fatta anche se con quattro anni di ritardo. Quattro lunghi anni nei quali, a fianco di Mercedes Bresso, abbiamo aspettato di vedere riconosciute le nostre ragioni. Lo abbiamo invocato in ogni sede e in ogni modo e non l’abbiamo fatto contro Cota ma per la legalità elettorale violata da una truffa intollerabile. Resta il rammarico di non aver visto la decadenza di Michele Giovine protetto vergognosamente fino all’ultimo dalla maggioranza di centrodestra. Ora si vada al voto con le elezioni europee per risparmiare decine di milioni di euro e per ripartire. Il Piemonte si merita un cambio di passo e faremo di tutto per contribuire a realizzarlo.»
Sivio Viale, Igor Boni e Giulio Manfredi, Radicali

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