Il punto sul nubifragio del 27 e 28 aprile

MONTALTO – «Più di 100,2 millimetri di pioggia in un’ora; in tre ore è caduta la pioggia che mediamente cade in un anno.« I numeri, attraverso le parole dell’Ing. Vincenzo Coccolo parlano chiaro, evidenziando un evento certamente di grande portata, ma purtroppo non prevedibile. «Questi temporali non sono misurabili fintanto che non avvengono; l’unica possibilità che abbiamo – ha aggiunto – è quella del codice 1, emessa per sabato e domenica, cioè l’individuazione della possibilità che si verifichino fenomeni di questo tipo che sono fortunatamente estremamente localizzati sia nello spazio che nel tempo.» Ora si contano i danni per le forti piogge che tra sabato 27 e domenica 28 hanno pesantemente colpito l’area dell’eporediese con le sue vallate e l’incontro di lunedì pomeriggio in Municipio a Montalto, inizialmente nato come incontro tra Provincia e Comuni per raccogliere i dati da trasmettere in Regione, ha visto sedere al tavolo di confronto anche esponenti dello stesso ente tra tecnici e l’Assessore alla Protezione civile  Roberto Ravello. Plauso per un sistema di Protezione Civile che ha funzionato, ma per Coccolo occorre costruire uno strumento di Governo dell’emergenza, un Piano Integrato di Protezione Civile a livello di area vasta, così come si sta facendo per il Nodo Idraulico di Ivrea della Dora che riguarda un insieme di comuni, perché così come evidenziato, «il problema non nasce e muore in un solo Comune ma si propaga da una realtà comunale all’altra per morfologia, e tipo di territorio su cui si deve intervenire.» Presenti all’incontro accanto alla Regione, l’Assessore Provinciale alla Viabilità con delega alla Protezione Civile Alberto Avetta, ed i sindaci dei Comuni interessati dal nubifragio: Renzo Galletto di Montalto Dora, Maria Aprile di Pavone, Carlo Della Pepa di Ivrea, Sabrina Noro di Settimo Vittone, Ellade Peller di Nomaglio, Giulio Roffino di Andrate e Fausto Francisca di Borgofranco. Ciascuno di essi ha illustrato i danni subiti, e a supporto fotografie e brevi filmati.
Alta disponibilità da parte degli uffici provinciali è stata espressa dall’Assessore Avetta che ha assicurato, ove necessario e per quanto è possibile, assistenza anche per quanto riguarda la viabilità di competenza comunale, in termini di esperienza e competenza tecnica.
E puntuale è giunto il ringraziamento al contributo dato dalle strutture regionali dall’Assessore Ravello, unitamente a quanto messo in atto da Provincia ed Amministrazioni Comunali. «Un ringraziamento necessario – ha detto – perché il Governo centrale ha messo una stretta importante all’utilizzo delle risorse per far fronte agli eventi naturali talvolta, e lo dico non senza polemica, anche scaricando sui soggetti colpiti la responsabilità e l’onere di farsi carico delle risorse. La Regione Piemonte è stata o la prima o la seconda regione d’Italia a dover intervenire con l’aumento delle accise sulla benzina per far fronte agli eventi del marzo e novembre 2011, secondo la nuova legge entrata allora in vigore che di fatto scarica sulla realtà colpita dall’evento il carico fiscale.»
Tutti concordi nel sostenere che laddove i progetti, i lavori e la manutenzione sono stati ben eseguiti, con costanza e puntualità i danni sono stati contenuti, mentre al contrario, ha continuato Ravello, «dove è stato fatto un uso poco oculato, poco attento, poco contenuto del suolo gli impatti sono stati più evidenti. Credo che a cominciare da una programmazione a breve termine questi debbano essere elementi di riflessione poiché rispetto alla fragilità complessiva del nostro paese, e della nostra regione, sia un dovere prima che un obbligo di norma quello di introdurre tutti gli strumenti urbanistici, di adottare tutte le decisioni in maniera tale che queste siano finalizzate a contenere i rischi per il suo territorio e la popolazione che lo vive. Oggi siamo qui a raccogliere i cocci di danni materiali ma fortunatamente nulla di più grave.» E il problema maggiore sono state le aree montane. Tutti concordi nell’affermare che non c’erano corsi d’acqua ma un versante che veniva giù. «La montagna è fragile – ha sottolineato Roffino –  La nostra è un mucchio di terra morenica che quando si liquefa viene giù, ma nel momento in cui viene abitata, tutelata difesa, i rischi sono maggiormente contenuti. Se continuiamo con questa politica dissennata sia a livello nazionale, che regionale di colpire costantemente la montagna le conseguenze saranno preoccupanti.» Lo sguardo ai contraccolpi subiti dalle Comunità Montane, una forma di associazione che funzionava e che adesso non c’è più. «Mi chiedo – ha concluso – come potrà essere sostituita in modo efficace.»
Poi la richiesta di Sabrina Noro, Sindaco di Settimo Vittone, di avere la possibilità di avere a disposizione in tempi brevi, i mezzi della provincia per aiutare a risistemare la viabilità montana affinchè chi sale agli alpeggi possa farlo e presidiare il territorio.
«Sulla viabilità rurale di accesso alla montagna – ha concluso l’Assessore provinciale alla montagna – abbiamo un servizio legato ai mezzi meccanici legato ad una pianificazione stagionale. Ai Comuni chiediamo lo sforzo di segnalare le  reali urgenze. I mezzi come risorse strumentali non sono tanti,  ma cercheremo di dare priorità a interventi necessari rispetto a quelli calendarizzati.»
E poi l’importanza dei Sindaci dei piccoli Comuni: «Hanno lavorato come volontari tutta la notte e il presidio volontaristico delle piccole realtà comunali – ha aggiunto Avetta – è indispensabile.» 
Sul versante della dichiarazione dello Stato di Calamità nella giornata del 3 maggio è stata inoltrata alla presidenza del Consiglio dei Ministri la richiesta formale, che necessita però di essere avvalorata da una puntuale opera di rendicontazione. E la burocrazia cero non aiuta sulla base di una direttiva della Presidenza del Consiglio del 26 ottobre dello scorso anno che prevede una procedura piuttosto articolata e complessa. La richiesta alle amministrazioni comunali di fare una stima dei danni, allegando foto e quant’altro, a fronte di tempi estremamente ristretti.
Karen Orfanelli

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