La Carovana dei ghiacciai di Legambiente in Valle d’Aosta sul ghiacciaio del Miage

La Carovana dei ghiacciai di Legambiente in Valle d'Aosta sul ghiacciaio del MiageLa superficie del Ghiacciaio del Miage, dagli anni Novanta ad oggi, è sprofondata di circa trenta metri nel suo settore frontale. Quasi un metro l’anno. Inoltre, la falesia di ghiaccio che un tempo incombeva sul Lago del Miage è arretrata di 10 metri circa e la conca del lago, ora vuota, si approfondisce e si sposta verso valle. Rispetto all’inizio del secolo scorso, la copertura detritica del Ghiacciaio Miage ne ha cambiato le caratteristiche della superficie, facendolo classificare da bianco a nero e l’instabilità delle morene laterali data dalla mancanza di sostegno della massa glaciale ha causato l’abbassamento della copertura di oltre sei metri e l’apertura di una grossa trincea nella morena.
Questi, sono alcuni dei risultati rilevati in Valle d’Aosta durante la prima tappa di Carovana dei ghiacciai, la nuova campagna di Legambiente realizzata con il supporto del Comitato Glaciologico Italiano (CGI) e con partner principale Sammontana e partner sostenitore FRoSTA, che fino al 4 settembre monitorerà lo stato di salute dei ghiacciai alpini per sensibilizzare le persone sugli effetti che i cambiamenti climatici stanno avendo sull’ambiente glaciale alpino.
“Il ghiacciaio del Miage è il più himalaiano dei ghiacciai italiani, perché copre un dislivello altimetrico che va dalla cima del Monte Bianco fino alla Val Veny, a pochi passi dalla strada carrozzabile. Con questo particolare ghiacciaio abbiamo iniziato il nostro racconto sullo stato di salute dei ghiacciai alpini italiani, perché i cambiamenti che ha subito sono molto peculiari rispetto ad altri che stanno sparendo”, dichiara Vanda Bonardo, responsabile Legambiente Alpi. “Alcune decine di anni fa era di colore bianco e ora è diventato nero a causa dell’enorme accumulo di detriti. Il Miage forse non scomparirà così velocemente come altri, ma le modifiche che sta subendo a vista d’occhio sono sconvolgenti tanto da renderlo irriconoscibile rispetto a quel che era fino a poco tempo fa. I ghiacciai sono termometri sensibili del cambiamento climatico in atto e l’attuale stato di salute dei ghiacciai alpini ci segnala l’urgenza di politiche efficaci contro l’emergenza climatica”.

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