L’Arcivescovo di Torino sulle minacce a don Ciotti

TORINO – “Di fronte alle minacce gravi e inquietanti contro don Luigi Ciotti, sacerdote diocesano di Torino, desidero esprimere al caro don Luigi la mia più sincera e piena solidarietà insieme alla preghiera e all’amicizia che si è sempre più consolidata in questi anni del mio ministero nella Diocesi di Torino.”
Lo dice l’Arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, a seguito della pubblicazione di alcune intercettazioni nel carcere di Opera che hanno rivelato alcune parole del boss Totò Riina a don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, che coordina le associazioni che gestiscono beni confiscati alla mafia. Riina ha detto in un colloquio: “Questo prete è una figura che somiglia a padre Puglisi“, il sacerdote palermitano ucciso dalla mafia per il suo impegno nel quartiere di Brancaccio.
“La nostra Chiesa è orgogliosa e riconoscente di poter annoverare tra i suoi sacerdoti e figli don Luigi – dice ancora Nosiglia – e lo sosterrà in ogni modo nel suo importante e indefesso impegno di testimone del Vangelo che difende e accompagna nel nome di Cristo chiunque è soggetto a ingiustizie di ogni genere. Le forti parole di Papa Francesco, che condannano e invitano alla conversione e al cambiamento di vita le persone coinvolte nelle attività mafiose, risuonano ancora nel nostro cuore e devono scuotere la coscienza di tutti per un corale impegno civile, spirituale e sociale volto ad educare e sostenere sempre in ogni ambito del vissuto personale, familiare e comunitario, la legalità, l’onestà e la giustizia.”

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