Serve rispetto per la gente di montagna

Serve rispetto per la gente di montagna“Il blocco dello sci è gravissimo – dice Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem – La stagione è finita, per molti operatori che in questi istanti mi hanno confermato che non apriranno più. Il NO all’apertura degli impianti, arrivato ieri sera, non trova d’accordo i Comuni montani, insieme a tutti gli operatori economici. Abbiamo buttato al vento milioni di euro in quest’ultima settimana. Uno spreco. Ora contiamo i danni. che in settimana dovranno essere rimborsati con adeguati ristori. Per il personale serve immediatamente un’indennità, la cassa integrazione. Il Governo Draghi si attivi immediatamente”.

“Non si puo’ continuare con il ‘metodo Conte’, annuncio la domenica e chiusura il lunedi’, ad opera del trio Ricciardi-Arcuri-Speranza. Oltre a rimborsi veri e immediati: al di la’ di Speranza, appena riconfermato ministro, e’ necessario un cambio di squadra a livello tecnico”. Lo dicono in una nota i capigruppo della Lega, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari.

“Pare che il governo Draghi voglia continuare sulla stessa riga delle follie restrittive del Conte 2 dice l’On. Monica Ciaburro (FDI) – Mi chiedo se il ministro Speranza non si renda conto che l’aprire le piste da sci non è uno “scherzo” , da giorni i gestori degli impianti si sono attivati per aprire il 15 febbraio, con tutte le limitazioni dei vari DPCM. Poi il consulente Ricciardi esprime l’ennesima negatività e il ministro della Salute rinvia per l’ennesima volta l’apertura dei comprensori sciistici a distanza di 12 ore dalla presunta apertura. Un’altra presa in giro e mancanza di rispetto per la montagna e tutti i suoi operatori economici. Altre spese fatte, ore sui gatti delle nevi, biglietti venduti, personale assunto è un dietro front a poche ore … Fratelli d’Italia non può accettare queste continue volontà di uccidere in ogni modo la montagna e la gente che la vive e sulla quale ha investito la sua vita.”

Secondo Francesca Bonomo (PD) “la decisione di chiudere gli impianti sciistici, al netto di una tempistica discutibile, impone un problema essenziale: l’esigenza di ristori e risarcimenti adeguati, congrui e tempestivi al sistema imprenditoriale della montagna italiana, che con grande impegno e sacrificio si era presentato ai cancelletti del 15 febbraio adeguato.
Le ripercussioni economiche saranno purtroppo pesanti, perché la riapertura della stagione aveva innescato una serie di prenotazioni destinate ora a sfumare. Ci sono sul tavolo i 32 miliardi derivanti dallo scostamento di bilancio votato dal Parlamento, e riteniamo che il primo atto del nuovo governo sia attingere a queste risorse per un immediato riscontro risarcitorio all’imprenditoria montana”.

Il Presidente AMSI Nazionale (Associazione Maestri Sci Italiani) Maurizio Bonelli: “La decisione del Ministro delle salute per tempistica e modalità ci lascia esterrefatti! AMSI si unisce al Collegio Maestri di Sci Italiani nel denunciare la completa mancanza di rispetto delle Istituzioni verso la nostra categoria e il mondo della montagna in generale. La modalità e la tempistica di questo nuovo e ulteriore stop alla ripartenza dell’attività dei maestri di sci è un evidente segno di scarsissima attenzione verso 15.000 famiglie che vivono di questa attività e che sono ferme dal 10 marzo del 2020. Come non mai, in questo momento ci sentiamo umiliati nella nostra dignità di persone e di lavoratori professionali ai quali viene vietato il diritto al lavoro e, quindi, al sostentamento delle proprie famiglie da continue promesse rimaste tutte regolarmente disattese: ci sentiamo e siamo presi in giro! Ora ci aspettiamo il giusto e doveroso ristoro dallo Stato perché gli oltre 15.000 maestri di sci italiani, dopo tutto questo ‘tira-molla’ delle nostre istituzioni, rimarranno fermi senza lavoro per quasi 21 mesi, da marzo 2020 a dicembre 2021, se si potrà riprendere nel dicembre prossimo”.

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