Siamo come funamboli dall’equilibrio precario

Siamo come funamboliSilvia Romano non è un’emergenza… Non lasciamoci distrarre… Non distogliamo le nostre attenzioni dai veri problemi di una Nazione in sofferenza… Siamo disorientati, preoccupati, siamo per lo più poveri, perché ci stanno togliendo tutto. Viaggeremo nudi spogliati della voglia di vivere perché, a noi italiani hanno “rapito” il sorriso. Lo stanno facendo sottovoce, a piedi scalzi, per non fare rumore, privandoci ogni secondo che passa della nostra libertà. Abbiamo gli occhi colmi di lacrime, scorrono sui volti di chi per mesi si è messo in gioco rischiando la propria vita, scorrono sui volti di quelle tante persone che hanno perso un proprio caro, scorrono sui volti di un popolo che ancora vuole una ripresa che stenterà a decollare. Mesi di incongruenze, di false promesse, di discutibili scelte. Mesi rinchiusi in casa pronti a combattere con diligenza un nemico di cui poco si conosceva e si conosce, ma del quale oggi si ha meno paura di quella dettata da chi con scarsa limpidezza cerca di convincerci che siamo il “Made in Italy” a cui tutti guardano. Ci piace ancora fantasticare. È vero, il mondo ci guarda ma non ci abbraccia. Ci osserva e ci giudica. Ecco che cosa fa! Siamo come funamboli dall’equilibrio precario, pronti a cadere da un momento all’altro e mentre cerchiamo di mantenerci in piedi c’ è chi raccoglierà i cocci; e lo farà per un pezzo di pane. Solo in quel momento ci stringerà tra le sue braccia per dirci grazie. Questa è la paura di oggi mentre attendiamo le nuove linee guida e quel decreto che ci dovrebbe aiutare.
live sponsor - CopiaNoi attendiamo!
Attendiamo ancora le mascherine, quelle che in spiaggia occorre indossare fin sotto l’ ombrellone, e con le mascherine le protezioni sanitarie in genere, ma soprattutto attendiamo i soldi promessi e la gente non sa più come continuare.
Silvia Romano non è un’ emergenza. Lei chiede solo tempo e allora diamoglielo e non parliamone più. Non facciamo per l’ ennesima volta il gioco di qualcun altro: non parliamone più perché l’ Italia di tempo non ne ha da perdere. Quando Silvia deciderà di rompere il silenzio andrà ospite in tutte le trasmissioni televisive, forse non lo farà neppure gratis, ma i nostri volontari invece gratis continueranno a perdere la vita. Per favore non parliamone più, non diamo importanza alle critiche, alle offese, agli elogi. Non giudichiamo le scelte, giudichiamo piuttosto i comportamenti perché non esistono due pesi e due misure. Se oggi conosciamo il significato del “velo” che Silvia indossava scendendo dall’aereo, allo stesso modo conosciamo il significato di quel “velo” spesso realizzato con sacchi dell’ immondizia che i nostri sanitari hanno vestito durante l’emergenza, in virtù di quel grido d’aiuto che il popolo ha lanciato. Ci sono stati proibiti abbracci, strette di mano, affollamenti, ma ci sono state regalate immagini irriverenti nei confronti di un’Italia premurosa. Un balletto di scatti fotografici pronti a scontrarsi con una realtà che non è quella che ci viene ordinata, altrimenti vale la regola che “ll drone ci multa”. Non c’è differenza tra una mamma che vuole riabbracciare la propria figlia e una figlia che avrebbe voluto riabbracciare la propria mamma prima di non vederla mai più perché portata via dal virus. Le regole valgono per tutti e allo stesso modo. Silvia chiede tempo ed è stata liberata, noi restiamo prigionieri di un futuro che avanti così non ci lascia scampo. Non abbassiamo la guardia, non lasciamoci destabilizzare da una storia fatta di critiche, insulti o applausi e che oggi cerca consensi nell’opinione pubblica. Non seguiamo il “pifferaio magico”, non lasciamoci distrarre, non è il momento. Sono contenta per Silvia Romano, ma Silvia Romano non è l’emergenza!emergenza, Silvia Romano

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