Giro d’Italia: il grande successo della bicicletta umana

AGLIÈ – Grande successo locale, nazionale e internazionale ha riscosso l’esibizione degli alunni e delle insegnanti della scuola primaria di Agliè, durante il passaggio della 16^ Tappa del 96° Giro Ciclistico d’Italia. L’idea, nata da una rivisitazione in chiave italiana di un’iniziativa francese eseguita con mezzi agricoli, è di Vladimir Chiuminatto, immediatamente sposata dal Comitato promotore della tappa canavesana del Giro d’Italia 2013. È stata realizzata grazie alla collaborazione oltre che di Vladimir Chiuminatto, di Piero Rolando Perino, della fiduciaria della scuola elementare alladiese, maestra Antonella Masiero, del dirigente scolastico Livio Goletto, di tutte le insegnanti e i collaboratori scolastici e naturalmente dei 108 bambini appartenenti alla scuola primaria di Agliè. 
«La bicicletta umana, ripresa dalla Rai e trasmessa in 160 paesi del mondo – dice Alberto Rostagno, vice Presidente del Comitato Promotore della tappa canavesana – ha destato interesse e apprezzamenti che in queste ore stanno arrivando al comitato promotore e al Comune da ogni parte d’Italia, dall’Europa e anche dalla Cina con richieste di chiarimenti anche bizzarre (dal numero dei bambini presenti, all’età degli stessi, al luogo dove è stata posta, al diametro delle ruote, al nome delle insegnanti e dei bambini).
Sicuramente l’idea sarà copiata nei prossimi giri, ma l’essere riusciti, in modo semplice e senza costi, a far vedere le immagini del paese di Agliè, della sua scuola, dei suoi bambini, dell’intraprendenza dei suoi insegnanti, del bel verde Canavese, è una soddisfazione enorme. Promozione del territorio a 360°. Ringraziamo ancora, lo abbiamo già fatto a Ivrea, il regista Rai Nazereno Balani, per la grande disponibilità e sensibilità dimostrata. Analogo ringraziamento lo esprimiamo anche nei confronti dei commentatori sportivi della Rai, che hanno capito, con grande attenzione e sensibilità, anche l’importante significato che i bambini hanno voluto dare, disegnando il numero che al giro non c’è: il 108, il numero del cuore, quello che nel Giro 2011 era sulle spalle di Wouter Weylandt, tragicamente deceduto nella discesa del passo del Bocco (tappa Reggio Emilia –Rapallo).

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