Nostalgia delle code chilometriche in Posta? Andate a Montalenghe!

MONTALENGHE – Sembra una battuta ma non lo è; da quando Poste Italiane ha deciso di ridurre a tre giorni la settimana l’apertura dell’ufficio postale di Montalenghe, i cittadini, per inviare anche solo una raccomandata, sono costretti a file estenuanti che durano ore. Non punteremo il dito sulle giornate in cui arrivano le pensioni ma ci limiteremo a costatare che ieri, giornata assolutamente normale, alle 9.30, c’erano già otto persone in coda. Solo otto?, obietterete voi; otto, rispondiamo avendo appurato di persona che, complice anche una velocità di adsl da terzo mondo, per fare una raccomandata abbiamo impiegato un’ora e quarantacinque minuti. Per fortuna, le persone in coda erano simpatiche e, tra una battuta e l’altra, hanno cercato, con molto buon senso ed una sana dose d’ironia, di sdrammatizzare la situazione. Per un attimo abbiamo avuto l’impressione di vivere un momento retrò in cui l’ambulatorio medico, la posta, la sacrestia, la parrucchiera erano più momenti di aggregazione che luoghi deputati ad esclusive funzioni. È comunque vero che molti dei presenti erano “sul lavoro” ed hanno perso un sacco di tempo a vuoto. Pur comprendendo che la crisi incalza, ci si chiede come sia possibile ridurre tanto l’orario di apertura in un paese con più di mille abitanti e con molte attività commerciali. Occorrerebbe ricordare a Poste Italiane che il servizio postale è un servizio primario la cui conduzione non dovrebbe essere soggetta esclusivamente alle regole di mercato. Poi, non per ultimo, il disservizio non va solo a scapito del cittadino ma colpisce anche l’occupazione perché se prima un impiegato seguiva solo un ufficio, ora è costretto a spostarsi e a ricoprire due posizioni.

N.V.

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