Piemontesi i primi apprendisti minorenni in Italia

SAN BENIGNO – «Sono piemontesi i primi 29 apprendisti minorenni in Italia”. Un risultato importante e non scontato, vista la diffidenza che da sempre si registra in Italia appena si sfiora la questione del lavoro minorile. Una materia, quest’ultima, certamente delicata ma che costituisce anche una occasione unica per recuperare tanti giovani con percorsi familiari e scolastici difficili: offrendo loro non solo un futuro occupazionale ma anche il conseguimento di una qualifica professionale in apprendistato. Un plauso va alla disponibilità del sindacato che insieme a tutte le parti sociali ha creduto in questo percorso.» Così l’Assessore al Lavoro della Regione Piemonte Claudia Porchietto, ha sottolineato intervenendo al convegno “Uno sguardo oltre la crisi”, organizzato dai Salesiani a San Benigno Canavese. L’apprendistato per la qualifica professionale rappresenta un vero e proprio contratto di lavoro agevolato e a tempo indeterminato, per giovani di età compresa tra i 15 e i 25 anni. Il vantaggio è che il ragazzo oltre ad apprendere un mestiere si consegue anche un titolo di studio che ha valore legale. La Regione Piemonte ha stanziato 5milioni di euro per questa misura che costituisce uno strumento congeniale sul fronte della dispersione scolastica. «A poco più di un mese dal suo avvio – ha commentato l’Assessore Porchietto – sono 48 i giovani assunti con questa forma di contratto. Ventinove i minorenni (il 60,4%), di cui 17 sedicenni e 12 diciasettenni. Variegati i settori delle imprese che hanno attivato i rapporti di lavoro: si passa dal manifatturiero ai servizi sociali fino alle costruzioni e alla ristorazione. La maggioranza sono italiani, il 29,2% stranieri. Nonostante la crisi siamo convinti – ha concluso Porchietto – che nei prossimi due anni sarà possibile formare con questa tipologia di apprendistato circa 800 giovani. Un numero da record in Italia che fa il paio con quelli della formazione in alto apprendistato dove ad oggi sono oltre 600 i ragazzi che assunti a tempo indeterminato hanno conseguito un titolo universitario o post laurea. Un dato che equivale alla sommatoria di apprendisti di tutte le altre regioni d’Italia.»

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