Quale vantaggio produrrà a Foglizzo l’impianto di stoccaggio che rifornirà la centrale di Rivarolo?

FOGLIZZO – Si è svolto ieri sera a Foglizzo il dibattito organizzato dall’Associazione Ambiente Foglizzo e dal Circolo Legambiente Basso Canavese “Pasquale Cavaliere”. Argomento della serata l’impianto di stoccaggio che sorgerà a Foglizzo, sulla strada per Montalenghe, il quale dovrà fornire il materiale alla centrale di Cogenerazione a Biomasse sorto a Rivarolo nell’area ex Vallesusa.
“Perché nel nostro territorio? Quale vantaggio produrrà per Foglizzo questo impianto di stoccaggio?” Queste le domande centrali del dibattito, illustrate da Gualtiero Bistesi. «Abbiamo appurato – ha spiegato Bistesi aprendo il dibattito – che un’azienda, la Tecnogarden, ha affittato da un cittadino di Bosconero un terreno per realizzare l’impianto di stoccaggio. Inizialmente sembrava dovesse essere piccolo, poi guardando il progetto, si tratta di 16mila metri quadri. Abbiamo chiesto all’Amministrazione il motivo per cui è stato scelto Foglizzo, e la risposta è stata “perché è vicino al Casello autostradale”. Questo significa che il materiale arriverà da fuori e non sarà locale. La centrale di Rivarolo brucerà oltre 200 tonnellate al giorno di cippato, il che significa che in un anno verrebbe deforestato l’intero Piemonte. Quindi è certo che il materiale arriverà da lontano. La prima considerazione è stata sull’impatto ambientale che avrà il traffico di mezzi pesanti: si pensa oltre una cinquantina di tir che partiranno da Foglizzo. Si dovrebbe trattare di un impianto di stoccaggio per cippato, – ha proseguito Bistesi – ma siamo andati a vedere i permessi che ha la Tecnogarden: oltre al cippato lavora anche umido e plastiche derivate da imballaggi non assimilabili ai rifiuti urbani. Il materiale da deforestazione è umido e prima di essere portato all’impianto rivarolese, dovrà essere trattato, abbassando il tasso di umidità e facendo depurare parte umida creando, e stiamo parlando per ipotesi, intensi odori di putrefazione. Infine, alcuni cittadini hanno detto non bisogna dire sempre no a tutto specie di fronte alla possibilità di un lavoro: abbiamo visto i depliant della Tecnogarden, che è associata alla multinazionale Gdf Suez, che tra le altre cosa realizza anche centrali nucleari, nei quali si vantano di vendere macchine per raccolta rifiuti costruite con sistemi che permettono un enorme mole di lavoro con soltanto una persona. L’impatto della circolazione dei tir, il rischio di dover ospitare rifiuti a fronte dell’assunzione di una sola persona, valgono tutto questo? Qual è la contropartita per Foglizzo? »
«Non c’è la volontà politica di risolvere il problema dei rifiuti – ha proseguito Gigi Brotto – gli ambientalisti hanno spinto all’utilizzo delle energie alternative, ma ovunque si sta cercando di far passare scelte di lucro mascherate da fonti alternative. Quello che ci sconvolge è che non si riesce a discutere di queste cose prima che avvengano. La Tecnogarden non avrebbe affittato un terreno per quattro anni se non vedesse una certa utilità economica. Nel periodo maggio-giugno hanno ripreso intensamente a Rivarolo, di notte, i lavori per la costruzione della centrale, e all’inizio di maggio la Tecnogarden ha espresso in comune la volontà di realizzare l’impianto di stoccaggio a Foglizzo. In tutta fretta è stata deliberata l’interpretazione autentica dell’articolo 35 delle norme di attuazione del piano regolatore. Questo sistema di agire senza coinvolgere i cittadini non piace. La Tecnogarden non ha presentato alla Provincia – ha concluso Brotto – cosa farà effettivamente, lo presenterà quando andrà alla Conferenza dei Servizi.»
Poca gente presente al dibattito, tra cui due amministratori di maggioranza e uno di minoranza.
«A Foglizzo abbiamo autorizzato il solo trattamento delle biomasse legnose – hanno replicato gli Amministratori – a Rivarolo non abbiamo voce in capitolo. Abbiamo deliberato questa modifica perché nell’area industriale non si potevano inserire attività insalubri, che per la legge italiana vanno dal materiale bituminoso alla fabbrica di marmellate.»
Presenti alla serata anche alcuni componenti del Comitato rivarolese Non Bruciamoci il Futuro.
«Si tende sempre a non dire la verità ai cittadini – ha affermato il portavoce Gianni Fragale – perhé non possano esprimere la loro opinione. Sono contrario a bruciare i rifiuti, perché bruciandoli non si distruggono, anzi, oltre a emettere nell’aria polveri sottili, si trasformano in sostanze dannose. A Rivarolo siamo arrivati molto in ritardo, ma il vero problema è che le leggi danno a questi impianti una potente caratteristica di “civiltà”, quasi avessero una corsia preferenziale per le autorizzazioni. Quello che è sorto a Rivarolo, che dal progetto iniziale sarebbe dovuto essere di dimensioni contenute, è diventato quanto di più somigliante ad un inceneritore. Il passo di trasformazione è breve, e il rischio, vista la carenza di materiale legnoso rispetto al fabbisogno del cogeneratore, è molto alto. È partito come una bicicletta ed è diventato un trattore. Stiamo cercando di ricostruire tutti i passaggi – ha concluso Fragale – ma, dopo anni, non è facile.»
La serata si è conclusa con la proposta avanzata dalla Legambiente agli amministratori, per la costituzione di una commissione ambientale formata da cittadini e da associazioni e gruppi, quale ad esempio la Protezione Civile.

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