Telemedicina e innovazione in Sanità

Telemedicina e innovazione in SanitàTORINO – “L’evoluzione demografica cui assistiamo ormai da alcuni anni, l’invecchiamento della popolazione, l’incremento delle patologie croniche con la conseguente modifica dei bisogni di salute della popolazione, rendono sempre più necessaria una riorganizzazione strutturale della rete dei servizi sanitari offerti al cittadino affinché si possa mantenere lo standard qualitativo e la sostenibilità del nostro Sistema sanitario. Per questo sono convinto che la telemedicina sia lo strumento essenziale per i nostri territori lontani dai centri ospedalieri specializzati, perché permette la cura e la gestione del paziente in remoto, fornendo servizi sanitari a distanza e contribuendo inoltre al contenimento e all’ottimizzazione della spesa sanitaria”. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia portando il saluto dell’Assemblea al convegno “Telemedicina e innovazione in medicina nella Sanità regionale”, che si è svolto questa mattina a Palazzo Lascaris.
“Un’occasione – ha commentato il presidente della Commissione regionale alla Sanità Alessandro Stecco, intervenuto con i vicepresidenti Domenico Rossi e Andrea Cane – per una panoramica di quelle che sono le possibili applicazioni in campo specialistico, di sanità territoriale e d’innovazione tecnologica e per un confronto con progetti messi in campo in altre regioni. Il Piemonte non è assolutamente indietro da questo punto di vista ma è importante comprendere sempre meglio quali siano le necessità, le risorse disponibili e come strutturare una distribuzione più capillare dei servizi”.
Il presidente della Giunta regionale Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Icardi hanno sottolineato come la telemedicina possa garantire i servizi ai cittadini, migliorare le prestazioni, ridurre le liste d’attesa, limitare l’uso improprio dei Pronto soccorso e ottenere risparmi.
Nel corso delle quattro tavole rotonde, dedicate rispettivamente alle applicazioni specialistiche e alle buone pratiche, alla telemedicina di territorio, all’adeguamento dei Sistemi sociosanitari nazionale e regionale per le sfide della Sanità digitale e alle risorse necessarie all’innovazione tecnologica e di processo, non sono mancati focus sul confronto tecnologico di applicazioni nelle varie specialità, sulla loro implementazione nella medicina territoriale, sulla governance della sanità digitale e sull’ingegneria applicata alla medicina robotica.
Tra i numerosi casi illustrati, l’utilizzo di defibrillatori monitorati a distanza, che assicurano un maggior controllo del paziente e contribuiscono a non far intasare le sale d’aspetto degli ospedali, la centralità della telemedicina nell’urgenza, dove dall’ambulanza l’elettrocardiogramma viene inviato in tempo reale al Pronto soccorso.
Tra le necessità denunciate, il fatto che i sistemi operativi s’interfaccino e “parlino” tra loro per non perdere tempo e non dover essere costretti a duplicare esami perché non vengono “letti” da macchinari diversi e l’esigenza di trovare un compromesso tra elaborazione dei dati e difesa della privacy. Tra le novità e le occasioni da cogliere, il fatto che nella Legge di bilancio 2020 il Governo abbia previsto 235 milioni di euro per consentire ai medici di Medicina generale di dotarsi di strumenti per la diagnostica di primo livello.

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