Deposito nucleare, il Consiglio Regionale approva 5 ordini del giorno

Nell’Assemblea del Consiglio regionale seguita alla seduta aperta sulle ricadute generali della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito nazionale rifiuti radioattivi, l’Aula ha esaminato sei ordini del giorno collegati approvandone cinque.
Prima della votazione, l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati ha dato parere favorevole ai documenti proposti da Fdi, Lega, M5s, Pd e Fi, che sono stati approvati, e si è astenuto su quello di Luv, che è stato respinto.
L’Odg presentato per Fdi da Davide Nicco impegna il presidente e la Giunta regionale “a farsi parte attiva nei confronti del Governo per tutelare i propri territori ad alta valenza agricola e naturalistica” e “a rendere disponibili l’Avvocatura generale, gli uffici regionali e il relativo personale ai Comuni interessati al fine di poter supportare la predisposizione delle controdeduzioni al Cnapi”.
Quello presentato per la Lega da Andrea Cane, sottoscritto da Fdi, impegna la Giunta regionale e gli assessori competenti “ad attivarsi presso il Governo affinché si adoperi presso Sogin alla costituzione di un tavolo di lavoro ove possano partecipare le Regioni e gli enti locali interessati”.
L’Odg presentato per il M5s da Sean Sacco, sottoscritto dal M4o, impegna la Giunta regionale “a condividere con il Consiglio regionale i rilievi eseguiti da Arpa Piemonte sulle aree individuate come potenzialmente idonee a ospitare il sito unico nazionale” e a trasmettere alla Quinta Commissione “tutti gli esiti e le valutazioni fatte”, a “valutare un aumento delle risorse da destinare, in fase di bilancio previsionale, ad Arpa Piemonte per finanziare le extra-attività svolte” e “a fornire tutto il supporto tecnico e legale necessario ai Comuni nell’analisi per l’esclusione dei siti individuati”.
Quello presentato per il Pd da Alberto Avetta (Pd) impegna il presidente e la Giunta regionale “a sostenere presso i Ministeri competenti le ragioni di una adeguata proroga della scadenza per il deposito di osservazioni affinché tutti i soggetti interessati possano sviluppare i necessari approfondimenti”, a garantire “tempi rapidi e certi per la realizzazione del deposito unico nazionale e per la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi”, a dedicare le attività “di tutte le competenze tecniche e professionali della Regione per elaborare studi e analisi propedeutiche al dibattito” e “a informare i piemontesi con la massima trasparenza e con particolare attenzione alle preoccupazioni delle popolazioni residenti in aree già compromesse sotto il profilo ambientale e più direttamente interessate dai siti potenzialmente idonei”.
Il documento presentato per Fi dal primo firmatario Paolo Ruzzola, illustrato in Aula da Carlo Riva Vercellotti, impegna la Giunta a convocare “in modalità permanente il Tavolo per la trasparenza sul nucleare quale luogo di confronto” per tutti i soggetti interessati”, a farsi garante di un’approfondita “azione di informazione e confronto con i territori e i cittadini, anche valorizzando le importanti conoscenze e competenze dell’Ente Regione”, a farsi parte attiva presso il Governo per garantire “il coinvolgimento dei territori nelle procedure per l’individuazione del sito del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, attraverso un percorso trasparente, partecipato e condiviso”, a “sollecitare il Governo e la Sogin affinché siano garantiti gli interventi propedeutici alla sicurezza degli impianti piemontesi, con particolare riferimento alla situazione idraulica, di difesa spondale e di pulizia degli alvei riconducibili al comprensorio di Saluggia e degli altri depositi temporanei, alla necessità di una rapida ultimazione dei lavori nell’impianto Cemex, e perché sia data certezza rispetto alle risorse necessarie allo smantellamento e alle bonifiche dei siti in Piemonte, contestualmente alla predisposizione del deposito nazionale” e a farsi parte attiva “affinché lo Stato riconosca e rispetti la sentenza della Corte d’Appello di Roma del giugno 2020 e provveda a trasferire le risorse dovute quali compensazioni per i comuni sedi di impianto”.

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