Il “Dopo di noi” delle famiglie che “abbracciano il domani”

Il 3 dicembre 2021, in occasione della XXIX Giornata Mondiale della Disabilità, quattro classi del Liceo Martinetti di Caluso e alcuni ospiti hanno partecipato al seminario “ContaminAzioni – famiglie che abbracciano il domani”, progettando insieme l’accompagnamento dei figli e delle figlie verso l’età adulta.
La mattinata è stata l’occasione per presentare il progetto “Dopo di Noi” sostenuto dal Cissac di Caluso e coordinato dallo psicologo dell’Anas Forma Piemonte Emanuele Montorfano, che nel suo intervento ha staccato il significato della parola “disabilità” dalla rappresentazione di incompletezza, agganciandola al riconoscimento di ciascuno come persona, nella condizione di poter essere ascoltata e riconosciuta nella sua individualità.
È intervenuta Alessia Refolo, campionessa paralimpica, che con la sua vita testimonia che è possibile per tutti trovare il coraggio di vincere le proprie battaglie anche in condizioni di fragilità e disabilità perché come dice il suo motto: SE VUOI PUOI.
Molto emozionante è stata la testimonianza di Endrio Fino, papà di Filippo, partecipante al gruppo dei genitori che aderiscono al progetto “Dopo di Noi”; ai ragazzi del liceo ha portato la sua esperienza, anche faticosa, nell’affrontare la paura di aver a che fare con qualcosa che non conosciamo, come la disabilità di una persona e trasformarla in energia propositiva per crescere come esseri umani.
I ragazzi hanno ascoltato parole di coraggio, forza, bellezza. Sono intervenuti con molte domande delicate e profonde, capendo che la disabilità riguarda ognuno di noi: quando avremo il coraggio di essere noi stessi è lì che saremo unici.
Le famiglie che partecipano al progetto “Dopo di Noi” hanno iniziato il loro percorso con l’obiettivo primario di creare relazioni di amicizia e sostegno e poi di dare vita ad azioni concrete e iniziative originali che ancora non esistono, diventando traino per chi in futuro si troverà ad affrontare lo stesso percorso avventuroso.
Alla fine della mattinata come aperitivo, l’associazione Piccolo Carro di Chiaverano ha portato i suoi taralli e torcelli, dimostrando che la disabilità esiste ed è una condizione che non impedisce il lavoro, se le relazioni che si intessono tra le persone sono vere.

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