Minotauro: Castellamonte non si costituisce parte civile

CASTELLAMONTE – Una proposta di emendamenti al bilancio di previsione 2012 a firma dei Consiglieri Giuliana Reano, Pasquale Mazza e Carlo Dellarole, tra i punti all’ordine del giorno del consiglio comunale di ieri lunedì 25 giugno, in cui si avanzava il taglio dell’imposta Imu per l’anno 2012 per una cifra di 62155,00 euro ed un aumento del capitolo relativo alle spese legali per costituzione in giudizio nel processo  “Minotauro” di euro 5.000, per un importo totale dell’emendamento di 67mila 155 euro da stornare da alcune voci di bilancio, come il Museo della Ceramica o lo stipendio degli amministratori. Proposta respinta senza colpo ferire, perché l’indennità non si tocca (la legge impone già un taglio del 10%), il Museo e la relativa Mostra della Ceramica sono un fiore all’occhiello su cui non si discute e della costituzione in giudizio nel processo Minotauro non se ne parla neppure. E se per Giuliana Reano bocciare gli emendamenti è stato un atto gravissimo verso la città, per Pasquale Mazza, accettare la proposta di un 30% in meno sul costo degli amministratori sarebbe stato un gesto dovuto verso quella stessa cittadinanza a cui sono stati imposti alcuni aumenti, in un periodo di grandi difficoltà economiche. E non si è detto soddisfatto neppure Carlo Dellarole per non essere state accolte piccole modifiche a favore della collettività. “Al primo Consiglio Comunale dopo le elezioni amministrative avevate sottolineato la volontà di inaugurare una nuova era – ha concluso Mazza – ma quello che riesco a cogliere, è un dialogo tra sordi.”
Sempre a firma dei consiglieri del Gruppo “Castellamonte che cambia” Giuliana Reano e Pasquale Mazza, la mozione in cui il Consiglio Comunale impegna il Sindaco a costituirsi come parte civile nel processo che prenderà il via ad ottobre contro le infiltrazioni mafiose in Piemonte a seguito dell’indagine condotta dalla Magistratura di Torino e di Reggio Calabria denominata “Minotauro”, che ha portato al commissariamento del Comune di Leinì e di recente allo scioglimento del Consiglio Comunale di Rivarolo, in base alla normativa antimafia. “Comune quello di Rivarolo – si legge sul documento – limitrofo a Castellamonte e confermato come un centro di sospette infiltrazioni mafiose”. Secondo Mazza e Reano occorre alzare il livello di guardia per evitare il radicamento dell’ndrangheta sul territorio canavesano, alla luce del fatto che diverse amministrazioni pubbliche (tra cui la Provincia di Torino) hanno deciso e stanno decidendo di costituirsi parte civile, senza contare che quanto sta avvenendo crea indubbiamente un danno di immagine per tutto il territorio canavesano e per la stessa Castellamonte. A rispondere il segretario Maggio che sulla parola “danno” ha incentrato la sua risposta: “Ci siamo rivolti ad un legale per chiedere chiarimenti a riguardo. Lo stesso ha consigliato al Comune di non costituirsi parte civile perché trattandosi di “danno” occorrerebbe essere in grado di quantificarlo, di dire di che danno si tratta e come questo danno è stato arrecato. Non avrei avuto la capacità di rispondere a questi quesiti e il rischio sarebbe stato quello di andare incontro a ulteriori spese di tipo legale, oltre ad avere sperperato 5mila euro per avviare le pratiche, qualora a sua volta la controparte avesse fatto richiesta di danno. Regione Piemonte e Provincia di Torino hanno un proprio legale interno.”
Per Carlo Dellarole ci sarebbe invece la possibilità per i Comuni di consorziarsi e l’opportunità di dare insieme un segnale forte. E ha aggiunto: “Fa sorridere la possibile richiesta di danni da parte della controparte, cioè l’ndrangheta”
Ma la mozione è stata respinta perché priva dei presupposti per essere accettata.

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