12 arresti di capi ultras della Juventus: i dettali

ella mattinata odierna, nell’ambito di un’articolata indagine della DIGOS della Questura di Torino coordinata dal Gruppo Criminalità Organizzata della locale Procura della Repubblica, sono state eseguite 12 misure cautelari (6 in carcere, 4 arresti domiciliari e 2 obblighi di dimora) nei riguardi dei principali leader dei gruppi ultrà juventini dei Drughi (Geraldo Mocciola di anni 56, Salvatore Cava di anni 51, Domenico Scarano di anni 58, Sergio Genre di anni 43, Pavarino Luca di anni 51) di Tradizione – Antichi Valori (Toia Umberto di anni 54, Massimo Toia di anni 55, Corrado Vitale di anni 45) dei Viking (Fabio Trinchero di anni 48, Roberto Drago di anni 47), del Nucleo 1985 (Christian Fasoli di anni 42) e di Quelli …. di via Filadelfia (Giuseppe Franzo di anni 55) indagati per associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata.
Nell’ambito della medesima indagine sono stati denunciati 25 ultrà della Juventus per violenza privata aggravata in concorso, di cui 17 dei Drughi, 2 dei NAB, 1 dei Viking, 1 di Tradizione e 4 dei Drughi (quest’ultimi anche per associazione a delinquere).
Nel corso dell’operazione “Last Banner”, coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, sono state eseguite, con la collaborazione delle Digos di Alessandria, Asti, Como, Savona, Milano, Genova, Pescara, La Spezia, L’Aquila, Firenze, Mantova, Monza, Bergamo e Biella, 39 perquisizioni delegate dalla locale Autorità Giudiziaria, di cui 24 a Torino e 15 in altre città.
L’attività di indagine della DIGOS, svoltasi per oltre un anno, è scaturita da una denuncia sporta dalla Juventus ed ha consentito al Gruppo Criminalità Organizzata della Procura di Torino di acquisire incontrovertibili elementi probatori in merito ad una precisa strategia estorsiva posta in essere dai leader dei principali gruppi ultrà bianconeri (Drughi, Tradizione, Viking e Nucleo 1986) nei confronti della citata società calcistica, nell’ambito della quale un ruolo predominante è stato ricoperto dai Drughi, non solo per il considerevole numero degli aderenti (circa 700) alla diverse sezioni sparse anche all’estero, ma anche per il carisma dello storico leader Geraldo MOCCIOLA (attualmente sottoposto a daspo ed alla sorveglianza speciale) derivante dai suoi numerosi trascorsi criminali e dalla sua contiguità con organizzazioni criminali calabresi (come emerso dalla nota indagine Alto Piemonte).
L’interruzione, alla fine del campionato 2017/18, di alcuni privilegi concessi ai gruppi ultrà ha infatti determinato, sin da subito, una reazione dei leader storici che, vistisi negare alcuni abbonamenti gratuiti per i cosiddetti striscionisti, hanno definito una capillare strategia criminale per ripristinare quei vantaggi soppressi ed affermare nuovamente la posizione di forza nei riguardi della Juventus.
A tal fine, i capi ultrà, nell’ambito di un accordo condiviso, dopo aver avanzato illecite richieste (biglietti gratuiti, materiale della Juventus, partecipazione ad eventi etc.), essendo consapevoli dei connessi risvolti penali, hanno convenuto, strategicamente, di celare la finalità delittuosa con una campagna denigratoria e di contestazione verso la Juventus (che ha portato all’irrogazione da parte della giustizia sportiva di sanzioni pecuniarie e alla chiusura della curva sud per una gara di campionato) ricollegandola, pretestuosamente, all’aumento dei costi degli abbonamenti ed al rientro in squadra del calciatore Bonucci.
In tale contesto, la società sportiva, al fine di evitare ripercussioni e danni di immagine, ha dovuto garantire circa 300 biglietti a pagamento per le gare in trasferta di campionato e di Champions League che sono stati poi in parte redistribuiti dai capi ultrà ricavando indebiti profitti.
E’ stata inoltre accertata la capillare attività dei Drughi per recuperare (a prezzo di costo) centinaia di biglietti di accesso allo stadio per le partite casalinghe della Juventus, avvalendosi di biglietterie compiacenti sparse su tutto il territorio nazionale, in parte distribuendoli tra le varie sezioni dei Drughi ed in parte rivendendoli ad altri tifosi realizzando maggiori guadagni.
Non solo: i capi ultras dei Drughi e di Tradizione hanno utilizzato la propria forza intimidatrice anche per ottenere indebitamente dai gestori della società concessionaria del bar del settore ove sono allocati 25 consumazioni gratuite per ogni partita casalinga.
Le indagini hanno altresì evidenziato come la “strategia estorsiva” sia stata attuata anche esercitando pressioni sui frequentatori normali della curva che hanno dovuto attenersi ai divieti imposti dai capi ultrà di non intonare cori e slogan durante le partite al fine di far percepire (anche ai mass media) un clima ostile verso la società, evidenziando, nel contempo, anche la loro capacità di condizionare il tifo di tutta la curva sud dell’Allianz Stadium.

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