Assegnato al Comune di Cuorgnè un immobile confiscato alla mafia

CUORGNÈGUARDA IL VIDEO È inusuale la presenza del Prefetto Caruso, Direttore dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, in occasione della firma dell’atto di cessione di un immobile  confiscato alla criminalità organizzata. È accaduto invece in Municipio a Cuorgnè, quale testimonianza di solidarietà e vicinanza delle istituzioni al primo cittadino che con questo atto, ha commentato il Prefetto, «si è esposto in prima persona perché l’aggressione ai beni patrimoniali è inaccettabile per la mafia, mentre per Magistratura, Forze dell’Ordine e Istituzioni rappresenta un atto per coronare il contrasto all’illegalità.»
Un momento importante, dunque, per la Città di Cuorgnè che, legato all’Operazione Minotauro partita nel giugno del 2011, ha coinvolto un vasto territorio, incluso l’Alto Canavese ed il commissariamento dei Comuni di Rivarolo e Leinì. Da qui la proposta, insieme all’Associazione Libera, di acquisire una villa confiscata alla mafia in territorio cuorgnatese da destinare a scopi sociali.
Proposta che si è concretizzata nel pomeriggio di venerdì 17 gennaio, alla presenza, accanto al Prefetto, del Sindaco di Cuorgnè Beppe Pezzetto, del vice Prefetto di Torino Enrico Ricci e di Gaetano Losa a nome della Commissione straordinaria del Comune di Rivarolo. Ha dunque il suo valore la partecipazione del Prefetto Caruso a Cuorgnè piuttosto che in altro luogo: «L’Agenzia, nonostante le difficoltà di risorse e strumenti – ha aggiunto il Prefetto – destina tantissimi beni come quello di cui stiamo parlando oggi, ma sono qui in riferimento all’episodio criminoso che ha visto inviare due proiettili al Sindaco, con la successiva presa di posizione di molti primi cittadini canavesani che si sono mostrati a lui vicini e compatti nella lotta alla criminalità organizzata.» Una presa di partecipazione quella dei Sindaci, importante. «In questo territorio – ha concluso Caruso – si è fatta squadra e il riutilizzo dell’immobile per fini sociali significa che lo Stato c’è, le Istituzioni anche, a danno dell’immagine della mafia.»
Nelle parole di Caruso la consapevolezza di una mafia che dal Sud si è estesa al Nord e ancora oltre. «Le infiltrazioni mafiose – ha aggiunto – sono ormai così tante che si stanno espandendo ai paesi della Comunità Europea. Il dramma che purtroppo viviamo noi della mancanza di liquidità per loro significa chiedersi come investire questa liquidità e ciò che rende tutto più difficile è che investono in attività lecite. Contrastare significa togliere il delinquente che con introiti illeciti, immessi lecitamente, altera le regole del mercato.»
Nelle parole del vice Prefetto di Torino il buon lavoro svolto nei comuni commissariati e l’impegno costante da parte della Magistratura, Forze dell’Ordine e delle Istituzioni contro le infiltrazioni mafiose. «Le Prefetture – ha sottolineato – attraverso nuclei di supporto operano per impedire che l’economia sana venga snaturata da questi criminali.»
«Insieme a Libera e all’Associazione Mastropietro – ha sottolineato il Sindaco Pezzetto – cercheremo di restituire questo bene alla città attraverso il progetto “Un tetto per tutti” rivolto alle famiglie che rischiano di essere sfrattate.»
Ed un grazie il primo cittadino lo ha rivolto alla Regione Piemonte per un contributo di 15mila euro destinato ad avviare l’attività sull’immobile. Nelle parole di Pezzetto la consapevolezza che la situazione difficile che stiamo vivendo porti a far crescere tante forme di illegalità, che vanno oltre la criminalità organizzata; da qui la necessità come Comune di fissare delle regole come, tra le ultime, la disposizione che regolamenta l’utilizzo delle slot machine.
L’incontro si è concluso con la firma di cessione dell’immobile ricordando che, una volta precisato l’uso che si vuole dare al bene, questo utilizzo venga effettuato nell’arco di un anno, pena la revoca del procedimento di destinazione.

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