Consulenti, task force e nuove Aree: seri dubbi sulla fase 2

Consulenti, task force e nuove Aree seri dubbi sulla fase 2Ricapitolando. Abbiamo il Presidente della Regione Cirio e l’Assessore alla sanità Icardi, con tutto il plotone di uffici regionali, tutti gli altri assessori ed assessorati che a vario titolo hanno voce in capitolo sulla ripartenza, le ASL e le aziende ospedaliere, l’Unità di Crisi regionale prima guidata da Mario Raviolo ed ora dal commissario Vincenzo Coccolo.
Ma non basta perchè serve allargare il novero delle competenze necessarie a gestire la nuova fase dell’emergenza coronavirus in Piemonte.
Così ci sono consulenti, task force e l’istituzione di nuove Aree.
I primi ad avere avuto un incarico per capire come ripartire sono stati i docenti del Politecnico. Poi è spuntato l’ex ministro Ferruccio Fazio, ex Ministro dell’ultimo governo Berlusconi, alla guida della task force per la Fase 2.
Con lui ci saranno Giovanni Di Perri, infettivologo dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino, il presidente dell’Ordine dei Medici di Torino, Guido Giustetto, il coordinatore straordinario per il coronavirus dell’Asl di Vercelli, Pietro Presti, e Massimiliano Sciretti, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Torino. Ferruccio Fazio e i superconsulenti dovrebbero occuparsi della riorganizzazione della Sanità territoriale.
«L’epidemia sta uscendo dalla prima fase emergenziale – osserva l’assessore Icardi – e occorre ordinare l’esperienza epidemiologica di questi mesi in funzione delle scelte che andranno compiute per l’immediato futuro ed anche in vista del ritorno di possibili focolai di infezione, potenziando gli strumenti della pianificazione strategica.
live sponsor - CopiaVista l’esperienza degli ultimi 60 giorni parlare di esperienza epidemiologica sembra una parola davvero importante.
Ma tant’è.
Così Paolo Vineis, 69 anni, originario di Alba, epidemiologo di fama internazionale e attualmente professore al Centre for Environment and Health School of Public Health dell’Imperial College di Londra è il responsabile della nuova Area di supporto alla Pianificazione strategica.
Insieme a lui l’Unità di crisi si è arricchito di nuove competenze professionali che faranno squadra con il Comitato tecnico scientifico nella gestione strategica dell’emergenza sanitaria».
Oltre all’Area di programmazione epidemiologica, l’organigramma dell’Unità di crisi comprenderà inoltre il Coordinamento regionale dell’Area di psichiatria, rappresentato dal direttore di psichiatria dell’Asl To4, Massimo Rosa, e il Coordinamento regionale dell’Area di psicologia, affidato al presidente dell’Ordine degli psicologici del Piemonte, Giancarlo Marenco, mentre Elide Azzan, direttore sanitario dell’Asl di Novara, assumerà l’incarico di vicario del coordinatore sanitario dell’Unità di crisi Flavio Boraso, nonché quello di coordinatore della nuova Area di collegamento con il Dipartimento di Emergenza 118, il cui responsabile, Mario Raviolo, non farà quindi più parte dell’Unità di crisi.
Abbiamo dimenticato qualcuno?
A Roma come a Torino, e a Torino come a Roma. Non è una questione di partito perchè ovunque ci sarebbe la macchina per guidare il paese e fare le scelte politiche. Diversamente a cosa servirebbero primi ministri e Governatori? Ministri e assessori? E che cosa rappresentano gli uffici a Roma e a Torino se non le competenze professionali in grado di fornire le risposte in casi di scelte difficili?
Ma se abbiamo fallito alcune scelte nella fase 1 e se altre le abbiamo appena abbozzate, siamo proprio costretti a fidarci dei consulenti per la ripartenza della fase 2?

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