Disordini del 22 febbraio: arresti e perquisizioni

Disordini del 22 febbraio arresti e perquisizioniTORINO – Nella mattinata odierna, personale della Digos della Questura di Torino, a seguito di articolate indagine coordinate dalla locale Autorità Giudiziaria, ha eseguito 3 misure cautelari (1 in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 2 obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria) nei confronti di altrettanti aderenti al centro sociale “Askatasuna” responsabili, in concorso con altri soggetti ancora in corso di individuazione, di resistenza a pubblico ufficiale aggravata (ed uno di loro anche per esplosione di artifici pirotecnici per incutere pubblico timore e suscitare pubblico disordine) in occasione dei gravi episodi di violenza verificatisi a Torino lo scorso 22 febbraio durante una manifestazione di protesta dei locali sodalizi anarco-antagonisti per la presenza del segretario nazionale di Casapound Simone Di Stefano ad un convegno elettorale presso l’Hotel NH Ambasciatori di corso Vittorio.
In quella circostanza circa 300 manifestanti effettuavano un corteo nel centro cittadino tentando più volte di sfondare i cordoni delle forze dell’ordine rendendosi responsabili anche di ripetuti lanci di petardi, bombe carta, bottiglie ed altri oggetti contundenti, rendendo necessario il ripetuto utilizzo dell’idrante e di diversi lacrimogeni.
Tre agenti del Reparto Mobile rimasero feriti: uno di loro venne colpito alla coscia sinistra da una scheggia di legno di 4 cm. a seguito dell’esplosione di una bomba carta alterata con altro materiale per amplificarne gli effetti.
I provvedimenti cautelari sono stai eseguiti nei confronti di Jacopo Araldi, 18 anni (carcere), Matheus Augusto Romualdo, brasiliano di 23 anni (arresti domiciliari), G.V., 22 anni e R.U., 28 anni, (obbligo di presentazione alla P.G.), pluripregiudicati anche per reati commessi in occasione di manifestazioni di piazza, anche in Val Susa.
Nell’abitazioni di Araldi sono stati rinvenuti circa 70 petardi di diverse dimensioni mentre nel domicilio della G.V. sono stati rinvenuti circa 800 adesivi con la scritta “qui abita un@ antifascista” (riconducibili al movimento antagonista di Pavia), tutti debitamente sequestrati.

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