GdF: frode “carosello” all’Iva nella commercializzazione di prodotti informatici

TORINO – Emissione di fatture false per 16 milioni di euro e frode fiscale: questa l’accusa che ha fatto scattare le manette ai polsi di 5 soggetti, tutti residenti a Torino e provincia, componenti di un sodalizio ritenuto responsabile di una frode “carosello” all’Iva nella commercializzazione di prodotti informatici.
Da questa mattina, venti militari del Nucleo Polizia Tributaria di Torino sono impegnati nell’esecuzione degli arresti e di perquisizioni in base a specifici provvedimenti della locale Autorità Giudiziaria.
Nella frode fiscale sono risultate coinvolte 3 società, cointeressate dai medesimi soggetti arrestati, chiuse dopo un breve periodo di attività. L’operazione dei Finanzieri ha tratto origine da una verifica fiscale condotta nei confronti di una delle aziende implicate dalla locale Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate, che aveva ricostruito il meccanismo fraudolento finalizzato all’evasione dell’Iva e per questo segnalato alla Procura della Repubblica di Torino le situazioni penalmente rilevanti emerse.
Nello specifico, le condotte contestate dai magistrati inquirenti riguardano l’emissione di fatture false per 16 milioni di euro, nonché la distruzione o l’occultamento delle scritture contabili, reati tributari perpetrati su base associativa dal marzo 2011 sino a tutto il 2012 con il fine di consentire il conseguimento di indebiti vantaggi fiscali.   
I soggetti arrestati, già gravati da specifici precedenti, sono risultati, con vari ruoli, i “gestori” dei 3 missing trader coinvolti. Con questo termine vengono individuati i soggetti economici (solitamente ditte individuali o società a responsabilità limitata unipersonale, e con amministratore un mero “prestanome” o nullatenente), caratterizzati da una “vita breve”, sconosciuti al Fisco, con una forte posizione debitoria dell’Iva che sistematicamente non viene versata all’Erario.

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