“L’Italia si ferma”: secondo giorno di protesta

TORINO – Nella giornata di oggi la protesta del movimento dei forconi continua negli stessi luoghi di ieri. A  Torino continuano i presidi nei tre punti principali: Piazza Castello, davanti al palazzo della Regione Piemonte, Piazza Derna e Piazza Pitagora. Sulla pagina del coordinamento regionale del Piemonte si è organizzato anche un presidio in Corso Tassoni angolo Corso Regina, zona nevralgica per uscire dalla città e che potrebbe esser bloccata comportando problemi di viabilità per chi arriva o parte da Torino.

10.00 – Alcune centinaia di persone, in prevalenza studenti, si sono radunate in piazza Castello  cantando l’inno nazionale e sventolando tricolori. È stato chiuso a scopo precauzionale il tratto della centrale via Roma fino a piazza San Carlo.
Continuano anche i presidi in piazza Derna e piazza Pitagora, a nord e a sud della città. La tangenziale è percorribile e dei piccoli presidi trattori e camion che viaggiano a passo d’uomo si sono formati fuori dallo svincolo Collegno-Pianezza, sulla circonvallazione di Avigliana e su quella di Pinerolo.

11.45 – I manifestanti in Piazza Castello si sono suddivisi in piccoli gruppi, uno dei quali sta marciando verso Palazzo Lascaris, la sede del Consiglio Regionale del Piemonte dove è anche in corso un presidio della Fiom Cgil.
Via Roma è stata riaperta al traffico. Il gruppo ha lasciato Palazzo Lascaris e potrebbe dirigersi verso Porta Nuova. L’intenzione dei manifestanti continua ad essere quella di disperdersi in piccoli gruppi difficili da controllare dalle forze dell’ordine presenti nel centro città.

12.25 – Un gruppo di manifestanti è nuovamente tornato in via Roma che è stata chiusa al traffico. Un altro gruppo si sta dirigendo verso via Po.

16.00 – Continuano in tutto il Torinese i presidi del movimento. A Torino permangono i presidi di piazza Derna e piazza Pitagora, nella zona nord e sud della città.

16.15 – Nel pomeriggio, una persona è stata fermata a Torino, accusata di aver lanciato una bomba carta durante uno dei blocchi che stanno paralizzando la città. Il fermato stava manifestando davanti a Porta Nuova. Dopo aver cercato di entrare a Porta Nuova, i manifestanti hanno occupato la carreggiata centrale di corso Vittorio Emanuele e hanno marciato verso il Palagiustizia.
Corteo anche da via Garibaldi al Rondò dla Forca

16.30 – Una cinquantina i manifestanti ha invaso a piedi la tangenziale di Torino nei pressi di Venaria.

16.45 – Saitta dopo il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.
“Esiste un problema di ordine pubblico, ma anche di ordine politico di  fronte alla protesta dei forconi; di certo non possiamo  strumentalizzare queste manifestazioni come stanno facendo Berlusconi  e Grillo per fini elettorali. Occorre una necessaria prudenza, ma  anche determinazione per garantire che Torino e il territorio non  siano campi di battaglia, per evitare che prevalga ancora  l’intimidazione da parte di quella che appare una galassia informe,  un’organizzazione eversiva, policentrica e mobile”. Lo dice il  Presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta al termine della  riunione in Prefettura dove è stato convocato dal Prefetto Paola  Basiloni il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.
“So bene che è forte lo scontento verso le politiche nazionali contro  la crisi, la pressione fiscale è difficilmente tollerabile da chi  lavora in proprio – aggiunge Saitta – ma in questi giorni il mondo  associativo di imprenditori e commercianti rischia di essere  esautorato da chi cavalca solo l’eversione. Abbiamo bisogno di una  maggior attenzione in Piemonte alle dotazione organica delle forze  dell’ordine, che vanno ringraziate per l’impegno che profondo da tempo  in situazioni di grande tensione.”

19.00 – Merci bloccate ai Mercati Generali di Torino
Le proteste che si stanno svolgendo in questi giorni nel Torinese stanno mettendo in difficoltà le aziende agricole. Lo dice un comunicato di Confagricoltura Torino. Diverse segnalazioni arrivano da parte di agricoltori che non hanno potuto vendere ai mercati rionali, ricevendo intimidazioni da parte dei manifestanti. I casi più numerosi nel Pinerolese e nella zona di Chivasso.
Al CAAT, il Centro agroalimentare di Torino, con sede a Grugliasco, le merci sono bloccate: la manifestazione di protesta continua, in modo civile fino ad oggi, ma l’attività è ferma.
Confagricoltura Torino, insieme alla Cia, aveva scritto nei giorni scorsi al Prefetto facendo rilevare le pesanti conseguenze che avrebbero avuto le aziende agricole relativamente alla deperibilità delle merci e al mancato rispetto degli impegni contrattuali derivanti dalla mancata consegna dei prodotti ortofrutticoli ai mercati e alle imprese della distribuzione organizzata e al dettaglio. Il quadro economico è già fortemente penalizzato dalla crisi dei consumi e, se la protesta continuasse così nei prossimi giorni, la situazione sarebbe insostenibile da parte delle imprese. Gli episodi di intimidazione e minacce, inoltre, inaspriscono il clima, portando alla deriva la protesta.
A livello nazionale Confagricoltura sottolinea anche come le campagne di commercializzazione attualmente in corso (mele, pere, uva da tavola, kiwi ecc.) si stiano già sviluppando tra mille difficoltà, dovute alla sfavorevole congiuntura economica e a un negativo andamento climatico che ha danneggiato diverse produzioni.

19.30 – I Presidenti di Circoscrizione del Comune di Torino, in relazione alla situazione di tensione creatasi sul territorio cittadino, esprimono sdegno e preoccupazione per le nefaste conseguenze sul tessuto sociale e per i forti contraccolpi negativi sulla libertà, la sicurezza e lo spostamento delle persone conseguenti  ed ai blocchi di strade ed attività.
“Tali risvolti, oltre a danneggiare la già precaria situazione di negozianti ed imprese, provocano incalcolabili disagi nella popolazione residente, ed enormi difficoltà per tutti coloro che transitano in città.”
L’Assemblea dei Presidenti ribadisce il fondamentale principio che tutte le forme di rivendicazione e di protesta, legittimamente da chiunque svolte, devono coordinarsi con metodi civili e spirito democratico,  e che le manifestazioni selvagge, incontrollate, manovrate da  regie che mirino a destabilizzare l’ordinamento democratico, lungi dal costituire la premessa di evoluzioni positive della società, innescano meccanismi di disagio, pericolosità, insicurezza, aggravate da voci ricorrenti di pesanti minacce, rivolte a commercianti ed aziende per indurli e costringerli a tenere chiuse le attività.
L’Assemblea chiede al Prefetto
– che vengano isolate le frange violente e ristabilito l’ordine pubblico;
– che i commercianti siano tutelati e possano svolgere il loro lavoro;
–  che venga garantita  la libertà di movimento e di circolazione di persone e mezzi, con particolare riferimento ai mezzi pubblici, che costituiscono l’unica possibilità di spostamento in particolare per le fasce più deboli di popolazione.

 

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