No Tav davanti al carcere di Ivrea

IVREA – Un gruppo di una quarantina di manifestanti No Tav hanno organizzato, domenica pomeriggio a Ivrea, un presidio pacifico davanti alla Casa Circondariale per esprimere solidarietà nei confronti di Luca Cientanni, militante arrestato, insieme ad altri venti attivisti, nel corso delle manifestazioni valsusine.
Lo scorso 9 febbraio il Tribunale del Riesame ha confermato la custodia cautelare in carcere nei suoi confronti. “Facciamo sentire a Luca la musica e il calore della nostra solidarietà!” Questa l’intenzione dei manifestanti aderenti al Movimento Ivrea e Canavese No Tav.
Nel corso delle tre ore di manifestazione sono stati letti messaggi riguardanti anche le condizioni di vita all’interno delle carceri e l’attuale situazione politico-economica dell’Italia.
«Siamo qui a Ivrea e, contemporaneamente davanti a tutti i carceri piemontesi in cui sono stati rinchiusi gli attivisti arrestati nei giorni scorsi. Luca è stato ingiustamente arrestato. Colpevole di voler lottare per un ideale. Chiediamo la sua liberazione e protestiamo contro i piani scellerati del Governo e contro un’opera frutto del Capitalismo. Per noi la linea Tav è inutile. Non capiamo come, nonostante la crisi economica ci siano i soldi per portare avanti un progetto di questo tipo.La Tav toglie risorse necessarie all’Italia. Ma la gente della valle resiste e chiede un mondo a misura d’uomo. Per questo in carcere ci sono persone che lottano per i diritti minimi, per riportare i bisogni della gente in primo piano.»
E sul futuro della questione “alta velocità” i militanti sono chiari: «Noi affrontiamo i 26 arresti, e i 41 provvedimenti giudiziari senza paura. I nostri compagni in carcere non hanno paura. Non cederemo di un millimetro, resisteremo un metro e un istante in più di loro. Che sarebbe stata dura, lo sapevamo e lo sappiamo; che sarà forse ancora più dura, in futuro, ce lo aspettiamo. Ma non ci arrenderemo, e loro se lo aspettano. Vinceremo noi, e la gente tutta della Valle, e chi ci ha aiutato dal resto del Piemonte, dagli altri movimenti di lotta di qui e di là delle Alpi.»

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