Nubifragio a Settimo Vittone: l’emergenza non è ancora cessata

SETTIMO VITTONE – Sono trascorse 48 ore dal nubifragio che sabato pomeriggio ha colpito una vasta area dell’Eporediese, ma l’emergenza non è ancora cessata a Settimo Vittone, dove la situazione meteorologica (allerta di livello 2 per la nottata e la mattinata di domani) non permette ancora di considerare conclusa la situazione di criticità.
L’intero versante della montagna che domina il paese si è trasformato, sabato pomeriggio, in un immenso torrente che ha travolto tutto, causando il crollo delle sponde dei corsi d’acqua, l’interruzione di numerose strade e ha letteralmente otturato la luce di diversi ponti e attraversamenti.
«A memoria d’uomo non si ricorda una situazione di questo genere – commenta il Sindaco Sabrina Noro -: nememno in occasione degli eventi alluvionali del 1994 e del 2000 si è vista una tale quantità di acqua riversarsi sul paese e sulle frazioni.»
I danni sono stati causati soprattutto dall’esondazione dei rii Calamia e Rivalesio e hanno colpito il capoluogo (lungo il Rio Calamia) e gli abitati di Figliey e Caney inferiore. Una trentina le famiglie (per un totale di 70 persone) che si trovano in stato di criticità: alcune abitazioni sono isolate e raggiungibili solo a piedi, perché le strade sono state letteralmente divorate dalle acque.
Fin dal pomeriggio di sabato è attivo, in Municipio, un presidio per gestire l’emergenza. Sono intervenuti gli Alpini della Protezione civile, la Croce Rossa e la Guardia Forestale; già domenica mattina sono entrate in azione le pale per iniziare i lavori di sgombero e ripristino, che si annunciano lunghi e onerosi. «Una prima stima sommaria – è l’analisi degli amministratori – valuta in almeno mezzo milione di euro le spese per la prima emergenza, ma il ripristino totale costerà qualche milione». Nella giornata di domenica sono intervenuti a Settimo i rappresentanti della Regione per una prima valutazione dei danni.
Intanto, è stato richiesto lo stato di calamità naturale ed è stata emessa un’ordinanza che prevede, in caso di peggioramento della situazione, l’evacuazione delle 30 famiglie che risiedono nelle zone più a rischio: se verrà effettuato lo sgombero delle abitazioni, le persone coinvolte verranno ospitate nel pluriuso comunale di regione Piantagrant. A rischio anche la riapertura, dopo il ponte del 1° maggio, delle scuole: sia le elementari che le medie si trovano a poche decine di metri dal rio Calamia e gli edifici scolastici sarebbero i primi a essere interessati da eventuali frane o smottamenti.
«Superata la fase di emergenza – conclude Sabrina Noro – si tratterà di fare il computo di tutti i danni. E non escludiamo che ci siano brutte sorprese. Al momento, infatti, è solo possibile valutare la situazione in superficie. Confidiamo di non essere dimenticati dalle istituzioni, come spesso è successo. Basti pensare che sono ancora in attesa di finanziamento interventi pianificati nel 2005, a seguito dell’alluvione del 2000. Sono trascorsi 12 anni, ma i lavori di consolidamento e di protezione sono ancora da effettuare oppure sono stati avviati, ma lasciati a metà per mancanza di fondi.»

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