Prestazioni a luci rosse: la GdF di Torino sequestra un centro massaggi ed arresta i due titolari

TORINO – Due arresti ed un ulteriore sequestro nell’ambito del filone d’inchiesta che vede alcuni centri massaggi del torinese, gestiti da cinesi, trasformati in case a “luci rosse”.
Questa mattina, a seguito delle indagini coordinate dal Pubblico Ministero, dott. Vito Sandro Destito, Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Torino, e in esecuzione dell’ordinanza emessa dal G.I.P. del locale Tribunale, dott. Cristiano Trevisan, la Guardia di Finanza di Torino ha apposto nuovi sigilli al centro massaggi “Rose”, sito nel capoluogo piemontese in Corso Vercelli, e posto agli arresti domiciliari i gestori dello stesso, marito e moglie, per sfruttamento della prostituzione.
Già chiuso lo scorso novembre, il centro è stato riaperto da meno di due mesi da una nuova società, sempre riconducibile agli stessi indagati, ed ora è stato nuovamente sottoposto a sequestro, a seguito di ulteriori accertamenti svolti dalle Fiamme Gialle, che hanno consentito di rilevare come l’attività illecita ivi perpetrata fosse ripresa a pieno ritmo.
Infatti, grazie ad una serie di appostamenti, indagini sul campo e la testimonianza diretta di più di una decina di avventori, i Finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria Torino hanno scoperto che il locale offriva ai numerosi habitué anche prestazioni sessuali a pagamento da parte di giovani ragazze cinesi, romene e italiane. Sebbene l’attività commerciale fosse “ufficialmente” destinata alla massoterapia, in realtà, i locali erano stati trasformati in veri e propri ambienti a luci rosse.
Nel listino prezzi, il costo di una “prestazione” variava da 50 a 150 euro per un’ora, erano ricompresi massaggi di tutti i tipi, anche nella vasca idromassaggio.
Un’attività fruttuosa, con centinaia di uomini che arrivavano da Torino e provincia, alla quale i due coniugi cinesi proprietari del centro non volevano rinunciare. Infatti, in concomitanza con la riapertura del locale erano nuovamente comparsi numerosi annunci a sfondo erotico, pubblicati su diversi siti internet.
Raccolta la testimonianza di alcuni clienti, sono quindi scattate le manette per i due cinesi che incassavano personalmente i soldi delle prestazioni sessuali offerte dalle “massaggiatrici”, le quali erano controllate anche a distanza, mediante alcune telecamere collegate direttamente con l’abitazione degli sfruttatori.
Salgono, quindi, a sette le strutture chiuse in pochi mesi dalle Fiamme Gialle.
Peraltro, a seguito dell’approfondimento dei flussi finanziari, con riferimento ad alcuni dei centri sequestrati, il Nucleo Polizia Tributaria Torino ha sinora denunciato 13 soggetti, coinvolti nell’attività di riciclaggio dei proventi frutto dello sfruttamento della prostituzione, stimati in circa 500mila euro l’anno per ogni esercizio commerciale.

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