Regione e Comune in Commissione per la nuova Asl Città di Torino

Regione e Comune in Commissione per la nuova Asl Città di TorinoTORINO – Si è svolto giovedì 7 settembre a Palazzo Lascaris l’incontro tra le Commissioni Sanità del Consiglio regionale, presieduta dal consigliere Domenico Ravetti e della Città di Torino, presieduta dalla consigliera Deborah Montalbano, in merito al Piano aziendale dell’Asl Città di Torino.
Sono intervenuti gli assessori alla Sanità della Regione Piemonte Antonio Saitta e i direttori generale e sanitario della neonata Asl Valerio Fabio Alberti e Massimo Veglio.
L’assessore Saitta, illustrando il documento con i direttori generale e sanitario della neonata Asl Valerio Fabio Alberti e Massimo Veglio, ha dichiarato che è frutto della discussione, svolta a diversi livelli, con istituzioni, sanitari e rappresentanze sindacali.
“Abbiamo svolto – ha sottolineato – un approfondimento della domanda di salute sul territorio e pensiamo che l’atto aziendale possa contenere buona parte delle risposte. Naturalmente terremo in considerazione rilievi e suggerimenti che dovessero pervenire in considerazione della sua concreta attuazione”.
Tra le novità, l’inserimento di strutture complesse di cure palliative e nutrizione clinica, che non erano presenti né sul territorio dell’Asl To1 né su quello della To2 e l’unificazione della sanità penitenziaria in una sola struttura complessa.
Regione e Comune in Commissione per la nuova Asl Città di Torino 1Il dibattito è stato aperto dalla consigliera comunale Artesio (Torino in Comune – La sinistra), che evidenziando la cronica carenza di strutture per persone non autosufficienti, ha chiesto quali siano i livelli attuali di copertura delle condizioni di non autosufficienza rispetto alla domanda e ha espresso perplessità sul riordino dei servizi per le dipendenze, che dovrebbe essere potenziato, e sulla tendenza a tenere troppo in considerazione, nelle gare d’appalto, l’offerta economicamente più vantaggiosa a discapito di altri parametri non meno importanti.
La presidente della Commissione comunale Montalbano e la consigliera Buccolo (M5s), dichiarando che sarebbe stato meglio convocare l’incontro prima dell’espressione del parere tecnico per consentire di dar voce anche alle osservazioni della Conferenza sociosanitaria, ha invece evidenziato la necessità di far nascere una struttura complessa per quanto riguarda la salute mentale.
Il consigliere regionale Vignale (Mns) ha lamentato che l’atto aziendale non corrisponda esattamente alla delibera di Giunta 1-600 e che esso violi il potere di programmazione che è in capo al Consiglio regionale. E ha ammonito che chiunque affronti un tema significativo come creare una delle Asl più grandi d’Italia dovrebbe fare una nuova delibera individuando le necessità e i servizi, concludendo che questo non è avvenuto perché si è voluto accelerare sulla fusione.
Anche il consigliere Grimaldi (Sel), sottolineando le peculiarità dell’Assemblea regionale, ha rilevato che una grande Asl unica ha senso nella misura in cui ne viene spiegata la ratio e il funzionamento ai cittadini.
Per il Pd i consiglieri Conticelli, Allemano, Gariglio, Boeti e Appiano, pur con sfumature diverse, hanno evidenziato il ruolo del Consiglio regionale nell’ambito della programmazione.
Per la consigliera Conticelli è necessario valutare se l’atto aziendale risponda ai bisogni del territorio non alla luce delle tabelle proposte dall’assessore ma della realtà, che è flessibile e va monitorata. E ha osservato che servono risposte più incisive per quanto riguarda dipendenze e fragilità sociali.
Il consigliere Allemano ha dato un giudizio sostanzialmente positivo sul lavoro svolto dichiarando che avere un atto che, al netto della complessità, pone rimedio alle disomogeneità di trattamento, è apprezzabile.
Il capogruppo Gariglio ha evidenziato che l’atto in discussione riguarda l’organizzazione interna di una struttura e che, in quanto tale, non è di competenza del Consiglio regionale e ha invitato a riconsiderare il tema della salute mentale alla luce di due atti d’indirizzo licenziati nei mesi scorsi dall’Assemblea.
Per Boeti, con l’uscita dal Piano di rientro è necessario ricominciare a pensare ai servizi alla persona e ai bisogni dei cittadini.
Il consigliere Appiano ha osservato che il fatto che la Città di Torino abbia un’unica Asl scardina la logica dei quadranti e il Consiglio regionale sarà chiamato a rimettere mano alla pianificazione sanitaria per evitare squilibri.
La consigliera Grippo (Pd) ha definito l’incontro importante e costruttivo dal momento che è stato scelto di fare un tipo di lavoro più ampio rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare da una Commissione comunale poiché è la portata dell’evento in discussione ad essere straordinaria. E ha sottolineato l’importanza di pensare, fin d’ora, a come comunicare ai cittadini nel modo più semplice e completo possibile i cambiamenti cui andranno incontro.
Il consigliere Bono (M5s), rimarcando che la programmazione spetterebbe al Consiglio regionale, che da troppo tempo non è messo nella condizione di svolgerla, ha dichiarato che è importante sapere quanti saranno alla fine i posti letto a disposizione dei cittadini tra Martini, San Giovanni Bosco e Maria Vittoria e quale fine attenderà il Gradenigo e l’Amedeo di Savoia.
L’assessore Saitta, al termine dell’incontro, ha replicato che “la vera grande novità dell’atto aziendale sta nell’integrazione delle diverse attività: ci stiamo dotando di strumenti per rispondere a domande diverse rispetto al passato, come l’assistenza territoriale. La delibera di unificazione delle due aziende conteneva già alcuni obbiettivi, di carattere generico, ma i cambiamenti richiedono tempo, risorse e decisioni e implicano resistenze”.
Non sono certo stati risolti tutti i problemi, ha concluso, “ma possiamo cominciare a ragionare indicando ai direttori obiettivi di salute misurabili. Per quanto riguarda l’annoso problema delle cronicità, è imminente la presentazione di un Piano in materia sul quale ci confronteremo con tutti i soggetti istituzionali”.

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