Truffe finanziarie: sequestro dei beni mobili ed immobili del “Madoff” torinese

TORINO – Aveva raggirato circa 600 ignari risparmiatori, attratti dalla promessa di interessi del 6/7%. Fra di loro, piccoli risparmiatori e pensionati, ma anche diversi evasori fiscali, che cercavano sistemi alternativi di investimento.
Poi, l’undici dicembre 2012, i finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria Torino, con l’operazione denominata “Trading off”, hanno posto la parola fine allo “schema Ponzi” utilizzato per far sparire il denaro e truffare i risparmiatori. Ai polsi di Antonio Castelli, un assicuratore residente in Svizzera, ma di fatto domiciliato a Torino, erano scattate le manette e si erano aperte le porte della locale casa circondariale “Lo Russo e Cotugno”, ove è rimasto fino al mese di giugno. Il finto “broker” aveva messo in piedi una rete di procacciatori di clienti che gli ha consentito, nel tempo, di appropriarsi di circa 20 milioni di euro. Il sistema era, tutto sommato, semplice: venivano promessi tassi di rendimento elevati (6/7% annuo) che, almeno inizialmente, venivano corrisposti con regolarità. Tuttavia, detti interessi non derivavano da fantomatici rendimenti degli investimenti operati dalle società del Castelli, bensì dall’afflusso dei risparmi dei nuovi, ignari investitori caduti nella rete.
I capitali così rastrellati non sarebbero più stati restituiti alle persone truffate, in quanto trasferiti in Svizzera, negli Emirati Arabi e ad Hong Kong, nella diretta disponibilità dei truffatori.
Da allora, le indagini delle Fiamme Gialle sono andate avanti, finalizzate ad individuare il patrimonio del “Madoff” torinese. In particolare, è stato provato che i redditi dichiarati non erano assolutamente in linea con il tenore di vita di Antonio Castelli, abituato al lusso delle fuoriserie e dei campi da golf di mezzo mondo, nonostante fosse gravato da numerosi precedenti penali per reati finanziari e truffe. Sulla base di questi presupposti, il Tribunale di Torino – Sezione misure di prevenzione – ha disposto il sequestro di tutti i beni a lui riconducibili, poiché considerati il reimpiego dei proventi del reato.
Ieri mattina, il Castelli è stato raggiunto presso la propria dimora di Milano, ove è attualmente detenuto agli arresti domiciliari, dove i Finanzieri gli hanno notificato il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, tramite il quale sono stati messi i sigilli a 2 immobili (uno a Milano ed uno a Torino), un garage, alcuni terreni in Veneto, 4 società italiane a lui riconducibili e ad un’autovettura Porsche Panamera, per un valore complessivo di circa 600.000 Euro.
Nel contempo, sono partite le rogatorie per cautelare anche i beni individuati all’estero, una villetta a Bahia in Brasile e due società, una in Svizzera ed una ad Hong Kong.
Sono in corso ulteriori indagini.

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