«Perché Cuorgnè non si è costituita parte Civile al processo “Minotauro”?»

CUORGNÈ – «La città di Cuorgnè è stata interessata dall’indagine relativa all’Operazione Minotauro, con l’individuazione di una “locale” della n’drangheta nel territorio. Non pensate che sarebbe stato un atto doveroso costituirsi parte Civile?» La domanda, oggetto di interpellanza, è stata posta da Danilo Armanni durante l’ultimo Consiglio Comunale.
«L’Amministrazione aveva anticipato – ha proseguito Armanni – di essere in contatto con l’Associazione Libera, al fine di procedere con la costituzione di parte civile, che pareva darsi per scontata, invece è arrivata alla primo udienza del processo senza alcun provvedimento conforme.»
«Vista la delicatezza e la complessità dell’argomento trattato – ha risposto il primo cittadino – che vede impegnate nell’attività investigativa persone di indubbia professionalità anche a rischio della loro vita, voglio sottolineare ancora una volta la vicinanza di questa amministrazione alle forze dell’Ordine e alla Magistratura impegnate su questo territorio nella lotta per ristabilire la legalità.
Nel caso specifico dell’Operazione Minotauro, questa amministrazione si è fatta sin da subito promotrice di iniziative concrete a tutela della legalità, e non ha assolutamente sottovalutato come singoli e come Istituzione la portata e la gravità emersa dall’operazione “Minotauro”. Abbiamo sin da subito supportato l’idea del presidio Libera, e nel mese di giugno abbiamo dato mandato al nostro ufficio legale interno di analizzare la possibilità di costituirci parte civile. I nostri legali, che si sono consultati anche con i legali di Libera, hanno rilevato difficoltà tecniche del dimostrare il danno subito, inoltre, non riuscendo a lavorare in “pool” in modo da contenere i costi, non abbiamo potuto procedere. Se avessimo avuto le possibilità economiche, o se avessimo operare con più comuni, ci saremmo sicuramente costituiti parte civile. Abbiamo inviato una lettera al Presidente della Provincia, Antonio Saitta, per manifestare la nostra posizione dalla parte della legalità. Infine – ha concluso Pezzetto – ci stiamo muovendo, pur nelle ristrettezze economiche, per attivare percorsi di educazione alla legalità cercando di individuare attraverso i soggetti presenti sul territorio iniziative da portare sul territorio e dove possibile utilizzando strumenti messi a disposizione dagli enti superiori quali la Provincia e la Regione.

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