Cardiologia di Ciriè-Ivrea: per la prima volta in Piemonte utilizzato uno stent di nuova generazione

CIRIÈ – La cardiopatia ischemica è la patologia cardiologica più diffusa. Il fenomeno più famoso che si presenta in questa patologia è l’infarto, il momento in cui le arterie coronarie che portano il sangue al cuore si chiudono. Il modo più efficace per risolvere questi restringimenti è l’angioplastica, che consiste nel riaprire la coronaria con un palloncino e nel mettere una retina, chiamata stent, che mantiene poi la coronaria aperta.
Il Laboratorio di Emodinamica della Cardiologia di Ciriè, diretta dal dottor Gaetano Senatore, ha eseguito nel 2012 684 interventi di angioplastica coronarica e nel 2013 saranno quasi 800 dopo l’apertura del Laboratorio di Emodinamica della Cardiologia di Ivrea, diretta sempre dal dottor Senatore e dove lavora la stessa équipe di operatori del Laboratorio di Ciriè (i dottori Angelo Di Leo, Livio Giuliani, Cristina Rolfo e Marco Zanera). Si supererà così la soglia oltre la quale il volume di attività è definito “alto” (lo standard minimo è di 400, 600 il numero definito ottimale). E’ inevitabile, pertanto, che un così elevato volume di attività porti con sé anche l’aumento del numero di procedure complesse, vista la prevalenza di malattia nelle persone anziane e l’aumento del diabete mellito anche nei giovani per la scarsa attenzione prestata a uno stile di vita e alimentazione corretti. Presso il Laboratorio di Emodinamica della Cardiologia di Ciriè e di Ivrea è presente tutta la necessaria tecnologia per trattare anche questi casi complessi. Tecnologia che, oltre alle comuni apparecchiature necessarie per curare le persone con infarto, prevede l’utilizzo di stent. Queste retine che mantengono le arterie coronarie aperte devono avere caratteristiche tali da evitare la richiusura (ristenosi) delle coronarie. Per tale motivo ne sono costruiti sempre di nuovi e di più efficaci, per ridurre la percentuale di persone che presentano nuovi infarti.
Nei giorni scorsi, per la prima volta in Piemonte, presso il Laboratorio di Emodinamica di Ciriè è stato utilizzato un nuovo stent, chiamato Axxess, che si differenzia dalle vecchie retine perché autoespandibile (non sono usati i palloncini per rilasciarlo in loco)  e perché ricoperto con un farmaco (biolimus A9) combinato con un polimero biodegradabile. Tali caratteristiche permettono di mantenere la normale anatomia delle arterie coronarie e quindi di essere più sicuri nella procedura di posizionamento della retina e di far sì che lo stent sia riassorbito in sei mesi (cioè sia “digerito” da particolari cellule “spazzine”), consentendo così una rapida “guarigione” della parete delle arterie. Il nuovo stent continuerà a essere utilizzato in entrambi i Laboratori di Emodinamica, quello di Ciriè e quello di Ivrea.

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