Consiglio e Cal sulla riforma degli enti locali

Seduta del Consiglio Regionale congiunta con il Cal, lunedì 10 settembre, per discutere sullo stato degli enti locali in seguito all’approvazione del decreto 95/2012 sulla “spending review”.
Il Presidente del Consiglio Valerio Cattaneo ha evidenziato il suo rammarico sul fatto che “il legislatore non abbia voluto o potuto affrontare il problema del riassestamento della amministrazione locale in modo organico e che, dietro la spinta dell’urgenza dettata dalla crisi finanziaria internazionale, si sia arrivati a una decretazione d’urgenza che oggi pone tempi limitati e
altrettanto limitati margini di iniziativa alle autonomie locali”. Il Presidente della Giunta Roberto Cota, da parte sua, ha comunicato la volontà di fare ricorso contro il decreto nella parte in cui prevede il riordino degli enti locali. Carlo Riva Vercellotti, presidente del Cal, ha sottolineato la possibilità di un ricorso “sull’introduzione del sistema di elezione indiretta dei nuovi organismi”, aspetto su cui si sono concentrati numerosi interventi nella giornata, così come “sull’articolo 16 che
prevede in Piemonte tagli maggiori rispetto a realtà che sono state meno virtuose”. Antonio Saitta, Presidente della Provincia di Torino, ha evidenziato come “la nostra proposta di riforma sia diventata la proposta nazionale ed inserita nel decreto. L’elezione indiretta – ha commentato – esaspera i localismi, mentre solo l’elezione diretta permette di prendere decisioni politiche importanti”. Per il capogruppo del Pdl Luca Pedrale “siamo di fronte al paradosso di subire  i tagli maggiori rispetto a realtà dove la gestione non è stata virtuosa”, mentre il capogruppo della Lega Nord Mario Carossa ha parlato di un Nord penalizzato da riduzioni finanziarie ingiustificate. Per il capogruppo del Pd Aldo Reschigna: “Le province non possono diventare soggetto di area vasta, senza giunta; si rischia il centralismo regionale. Se si vuole fare ricorso sul sistema elettorale siamo d’accordo, ma nulla che rallenti il riordino del sistema istituzionale necessario vista la situazione del nostro paese”. Concetto ripreso da Andrea Buquicchio e Tullio Ponso (Idv) nell’affermare che “il riordino deve essere fatto con criterio, prestando attenzione ai profili di incostituzionalità, e con un occhio agli sprechi. Istituiamo la città metropolitana e tre province come fatto per le aziende sanitarie”. “Non possiamo accettare la morte delle province per inedia – ha spiegato Gianluca Vignale (Progett’Azione) – perché ci sono realtà dove non si sa se si approveranno i bilanci o se si chiederà intervento del commissario. Queste scelte non verranno fatte dal parlamento ma per decreto della Presidenza del Consiglio”.
La questione della responsabilità è stata ripresa da tutti gli altri presidenti di provincia che hanno evidenziato la drammaticità della situazione finanziaria, tema ormai ricorrente: “Non possiamo andare alla deriva ed essere screditati come amministratori per colpe non nostre”.

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