Edilizia scolastica: per Saitta “le province devono poter garantire la sicurezza”

TORINO – Mentre le Province italiane attendono di capire la sorte del Decreto sul loro futuro, a Torino gli Assessori provinciali all’edilizia scolastica si sono riuniti per chiedere garanzie sui fondi destinati alla sicurezza nelle scuole. “Ricostruire la scuola, dall’emergenza alla progettualità: protagonisti a confronto” è stato il tema del seminario che, nella sede di corso Inghilterra della Provincia di Torino, ha visto a confronto le Province italiane (che hanno competenza sull’edilizia delle scuole medie superiori) con i rappresentanti nazionali dei presidi e degli studenti.
Al Governo e al Parlamento le Province italiane chiedono innanzitutto di inserire nella Legge di Stabilit   una norma per allentare i vincoli del Patto di Stabilità , in modo da consentire pagare in tempi certi le imprese che eseguono gli interventi più urgenti di messa in sicurezza delle scuole. Devono inoltre essere stanziate risorse per alimentare il Fondo Unico per l’edilizia scolastica che è stato messo in capo al Ministero per l’Istruzione; il tutto, naturalmente, in attesa di un piano complessivo a livello nazionale che superi la logica dell’emergenza.
«In Italia – ha ricordato il Presidente dell’Unione Province Italiane e della Provincia di Torino, Antonio Saitta –  le Province  si occupano di 5.179 edificiscolastici, che accolgono 2.600.000 studenti. Vogliamo poter garantire scuole sicure, ma per far questo serve chiarezza sulle competenze e sui finanziamenti statali. Nel Decreto, che chiediamo con forza al Parlamento di convertire in legge, c’è appunto la costituzione del Fondo unico per l’edilizia scolastica: una nostra richiesta che il Ministro Profumo ha accolto.»
Saitta e Giovanni Florido, Presidente Provincia di Taranto e Responsabile Istruzione dell’UPI, hanno ricordato che, negli ultimi anni, le Province italiane hanno fatto tanto in materia di edilizia scolastica, senza ricevere risorse. Prima hanno sopperito alle necessità con risorse proprie, ma, dal 2008 in poi, i vincoli del Patto di Stabilità hanno provocato un calo del 62% degli investimenti in edilizia scolastica. Per una seria programmazione degli interventi, occorrerebbero 8,5 miliardi di Euro, che significano un investimento medio di 2.300 euro per ogni studente iscritto alle medie superiori. Il 60% di questa somma servirebbe per interventi di messa in sicurezza, il 25% per realizzare nuovi edifici, il 15% per programmi di efficientamento energetico. Invece, nella situazione attuale, le Province stanno ancora attendendo i 350 milioni assegnati da una Delibera CIPE nel 2010, mai erogati perché destinati ad altre emergeze. Le Province chiedono anche una semplificazione delle procedure amministrative e poteri straordinari ai Presidenti, per intervenire quando è messa a rischio la sicurezza degli studenti, degli insegnanti e del personale ATA. Senza dimenticare, poi, che la mancata conversione in legge del Decreto sul riordino delle Province, può creare un caos istituzionale in cui non sarebber chiaro se le competenze che le Province hanno sinora esercitato possano continuare ad essere esercitate. Tale incertezza va ad aggiungersi al taglio di risorse alle Province per 500 milioni già deciso dal Governo nel 2012 ed all’ulteriore taglio di un miliardo e 200 milioni per il 2013.
Con lo sguardo rivolto alla situzione locale, il Presidente Saitta ha ricordato che la Provincia di Torino è stata sollecitata dalla Procura della Repubblica di Torino ad effettuare lavori urgenti di manutenzione straordinaria nelle scuole per un importo di 3 milioni di Euro, per i quali sono stati trovati i fondi. «Ma quando non ci saranno più risorse, avendo la responsabilità degli edifici in qualità di Ente proprietario, non potremo che chiudere le scuole – ha preannunciato Saitta – La Provincia di Torino ha 700 milioni di euro fermi nelle casse per il pagamento di lavori stradali e di edilizia scolastica: non li possiamo spendere per rispettare il Patto di Stabilità. E così le imprese bloccano i lavori, o li ritardano o li fanno male. Alla fine, – ha sottolineato il Presidente della Provincia di Torino – il Patto di Stabilità determina maggiori costi e non garantisce la sicurezza delle scuole: come UPI lo abbiamo spiegato al Presidente della Corte dei Conti. Spero che il Parlamento dia delle indicazioni. Abbiamo anche proposto di modificare e semplificare il meccanismo di finanziamento statale delle scuole, che passa attraverso il meccanismo del CIPE, che è infernale.» Da parte sua l’UPI ha raggiunto un accordo con l’associazione nazionale dei Presidi, che valorizzerà l’autonomia scolastica, affidando ai capi d’istituto la manutenzione ordinaria ed i piccoli interventi.
L’intervento del Procuratore della Repubblica di Torino, Raffaele Guariniello, è stato incentrato sul rispetto delle norme in materia di sicurezza, sui controlli preventivi e sulla cultura della prevenzione, che fatica a farsi strada nel nostro Paese. Il magistrato torinese ha ricordato che, in passato, quando le risorse per l’edilizia scolastica erano disponibili, vennero in molti casi spese in modo non adeguato, per lavori non eseguiti a regola d’arte e non sottoposti agli adeguati controlli. Il problema delle sicurezza negli edifici scolastici, secondo Guariniello, non si può comunque risolvere per via giudiziaria. La Cassazione ha ribadito che se un Ente pubblico non è in grado di garantire la sicurezza di un edificio scolastico, l’edificio stesso deve essere chiuso. In caso di assoluta penuria di risorse per la manutenzione straordinaria, tale carenza può essere riconosciuta come stato di necessità, che scrimina la condotta dell’amministratore eventualmente chiamato a rispondere di omissioni. Ma, il problema, ha sottolineato Guariniello, è ragionare, in qualche modo, “con il senno di poi”, anticipando le possibili criticità ed i rischi per la sicurezza di chi frequenta gli edifici scolastici.

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