Finpiemonte: dibattito in Consiglio Regionale

Finpiemonte dibattito in Consiglio RegionaleFinpiemonte dibattito in Consiglio Regionale 1TORINO – Dibattito, ieri in Consiglio Regionale, sulla situazione giudiziaria della Finpiemonte a seguito della richiesta di comunicazioni da parte della Giunta da parte dei consiglieri Roberto Ravello (Fdi) e Gianluca Vignale (Msn).
Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Torino ha eseguito, la scorsa settimana, tre ordinanze di custodia cautelare su richiesta della Procura della Repubblica, a carico dell’ex Presidente di Finpiemonte Fabrizio Gatti e di due amministratori di società private, per il reato di concorso in peculato continuato ed aggravato dal danno patrimoniale di rilevante gravità: circa 6 milioni di euro di denaro pubblico.
Il vicepresidente Aldo Reschigna ha difeso l’azione della Regione in questa vicenda, “improntata alla tempestività, alla trasparenza e alla tutela patrimoniale dell’ente”. Reschigna ha ripercorso le tappe dell’azione della Giunta regionale, una volta venuta a conoscenza dell’ammanco di 6,5 milioni di euro dal conto corrente aperto da FinPiemonte presso la banca svizzera Vontobel. “Ora è operativo un sistema di gestione integrato del monitoraggio dei rischi aziendali e del rendimento portafogli, insieme con la mappatura di tutti i processi aziendali”, ha spiegato. “Con cadenza trimestrale i responsabili devono attestare che le operazioni e la gestione dei conti è corrispondente ai doveri di tutela del patrimonio regionale”.
“Nella gestione di questa vicenda la nostra preoccupazione più forte è evitare interruzioni nell’attività di FinPiemonte nel suo servizio finanziario a sostegno del sistema economico piemontese”, ha aggiunto Reschigna. Sono state avviate azioni per il recupero dei 51 milioni depositati presso Vontobel e la svalutazione di mercato in seguito a una operazione ad alto rischio avviata presso JP Morgan. “C’è un margine elevato di rientro di tutte le risorse depositate”, ha detto l’assessore.
Vignale ha obiettato che “è grave pensare di trasformare una finanziaria regionale in una banca, ma non ci si preoccupi di dotarla degli adeguati sistemi di controllo. In questo caso non abbiamo tutelato il denaro dei piemontesi che sarebbero i nostri piccoli azionisti se fossimo un’azienda privata. 50 milioni investiti a rischio e 6,5 milioni spariti giustificano quattro mesi per accorgersene? Io penso di no”. Secondo Ravello, poi, l’atteggiamento della Giunta ha denotato “una certa faciloneria perché i problemi sono ben più gravi e strutturali e vedo che manca la volontà di fare in modo che questi problemi non possano ripresentarsi. Da almeno quattro mesi abbiamo chiesto documenti e l’audizione del segretario generale della Regione”.
È quindi intervenuta Francesca Frediani (M5s), che ha affermato: “Le nomine di FinPiemonte sono toccate all’attuale maggioranza, le responsabilità penali verranno accertate dalle autorità competenti. Però esistono timori per i sistemi di monitoraggio, accentuati dal fatto che oggi la Finanziaria sia diventata un soggetto bancario. La nostra richiesta di una commissione d’inchiesta è volta a capire il perché della carenza di monitoraggio, comprese le procedure di controllo a carico della Giunta regionale”. Per il Movimento sono intervenuti anche Mauro Campo e Davide Bono.
Gianna Gancia (Lega), si è detta “preoccupata per il fatto che la mano pubblica sia così interventista. In ogni caso la situazione delle partecipate è tutta da rivedere. Rilevo che quando si ricorda il passato non si dia alcuna attenzione al miliardo e 800 milioni buttati dalla Giunta Bresso con i derivati”.
Andrea Fluttero (Fi) ha chiarito che “siamo tutti preoccupati perché ne va di mezzo l’immagine di tutti, maggioranza e opposizione, di tutta l’istituzione regionale. La Giunta deve reagire e non può aspettare il lavoro della magistratura, giusto aprire un luogo di confronto in Commissione”. Per Forza Italia è intervenuto anche Andrea Tronzano.
Marco Grimaldi (Si) ha sottolineato che ci sono “tanti scenari ancora da chiarire: la sequenza dei tempi ci lascia esterrefatti. È normale che una finanziaria regionale possa portare anche solo una parte dei nostri fondi in un luogo come la Svizzera? Se chi controlla ne ha poi fatto una postilla del giorno dopo e non del giorno prima ciò ci lascia, ripeto, esterrefatti”.
Domenico Ravetti (Pd) ha aggiunto che bisogna “avere fiducia nella magistratura a che faccia emergere la verità a tutela di tutti. È comunque importante la funzione che Finpiemonte dovrà avere nei confronti del nostro sistema economico Rispetto all’invito fatto da M5s di una Commissione d’inchiesta, dico che con la prima e la terza commissione, entrambe competenti, possiamo decidere come procedere”.
“Noi abbiamo semplicemente fatto il nostro dovere, né più né meno”. ha chiuso il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino concludendo il dibattito sulla situazione di FinPiemonte. “Colgo l’appello del neocapogruppo di Forza Italia a cercare di cogliere ciò che unisce in questa vicenda assai critica e assai dannosa per la Regione Piemonte”.
Chiamparino si è detto d’accordo con la proposta del presidente del gruppo Pd per un incontro dei capigruppo che definisca lo strumento più utile per affrontare la situazione da parte del Consiglio regionale. Il presidente della Regione si è detto disponibile a discutere anche la possibilità di una Commissione d’inchiesta, chiesta da una parte dell’opposizione, “purché non sia una inutile tribuna polemica”.
“La cosa che ci sta più a cuore è il ruolo di Finpiemonte”, ha aggiunto. “C’è quasi mezzo miliardo di euro disponibile per il territorio piemontese. Non siamo in grado di prevedere cosa dirà la relazione della Banca d’Italia, ma abbiamo alcune settimane per fare sì che qualunque sia l’esito della relazione, FinPiemonte resti uno strumento tale da consentire di utilizzare quelle risorse per il sistema economico piemontese”.

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