Gli Alpini parlano con gli striscioni

IVREAGUARDA LE FOTO “Operare per la Pace nel ricordo dei Caduti”. Recita così uno dei tanti striscioni che domenica 8 settembre hanno sfilato per le vie di Ivrea, nel giorno in cui Papa Francesco è tornato a lanciare un appello universale di pace nell’Angelus domenicale. Un appello che giunge sette giorni dopo l’invito da parte del Santo Padre a partecipare alla giornata del digiuno e della preghiera indetta per tutta la Chiesa sabato 7 settembre. “Con fermezza  condanno l’uso delle armi chimiche – aveva affermato il Pontefice – profondamente ferito da quello che sta accadendo in Siria”, angosciato dai drammatici sviluppi che si prospettano. Ancora ieri (domenica 8 settembre), Papa Bergoglio, è tornato a lanciare il grido della Pace, in Piazza San Pietro, pervaso dal dubbio che le guerre siano per “vendere armi nel commercio illegale?”. Una considerazione che ha fatto  ad alta voce, rivolgendosi ad una piazza piena di gente. “Guerra chiama guerra” e “violenza chiama violenza” aveva detto, con lo sguardo alla devastazione ed alla sofferenza, con lo sguardo a quei bambini che non potranno vedere la luce. E allora tornano a far riflettere le semplici parole stampate su quei pezzi di stoffa, sorretti dalle tante Penne Nere in occasione del 16° Raduno del 1° Raggruppamento Piemonte-Liguria-Valle d’Aosta-Francia che si svolto nel fine settimana, e che invitano al volersi bene, “Oggi come ieri! Uniti”, e con lo sguardo rivolto a chi è “Andato avanti”, a chi ha lottato per un mondo migliore. “Sfilano davanti a noi i nostri caduti” riporta uno striscione, mentre un altro dice “Combattenti, reduci, dispersi: a noi l’onore di ricordarvi, il dovere di farvi ricordare.” Ed è la parola “dovere” a ritornare anche nei discorsi ufficiali, a raccontare le  gesta di uomini dai grandi valori. Ha parlato il Presidente Nazionale Sebastiano Favero alle nuove generazioni, ai giovani a cui occorre insegnare che è più bello dare che ricevere, che prima dei diritti vengono i doveri. «Occorre capire – ha detto – che ci vuole un po’ più di giustizia e qualche privilegio in meno. Su questa strada siamo sempre impegnati perché vogliamo credere in un’Italia migliore.» E c’è soddisfazione nel vedere tanti ragazzi sfilare con il cappello alpino in testa, tanti bambini applaudire al passaggio delle divise stringendo in mano una piccola bandiera tricolore. Grande è invece il vessillo che hanno innalzato al cielo gli Alpini, al loro passaggio tra la gente. Una festa quella per le vie del centro cittadino iniziata già dalle prime ore della mattina con l’ammassamento in via Di Vittorio, per poi proseguire con il corteo che da corso Nigra, corso Cavour, via Palestro, si è sciolto nel piazzale del Mercato. Un colpo d’occhio bellissimo regalato dai tanti gonfaloni dei tanti Comuni che hanno aderito alla manifestazione, rappresentati dai loro Sindaci. Tutti pronti a sfilare, dalle crocerossine, alla Protezione Civile presente con i cani da soccorso: e con loro anche i muli ed un cartello con riportata la scritta: “Il mio fedele compagno”. Poco alla volta sono giunte le carrozze trainate dai cavalli a cura dei cavallanti di Ivrea, a trasportare “Reduci e Veci” della sfilata, al cui passaggio sono andati gli applausi più sentiti. Tante le persone con le lacrime agli occhi. Vedere sfilare i nostri Alpini, così uniti, così compatti, così ordinati al suono delle tante bande e delle tante fanfare è infatti, un’emozione forte che, almeno per un istante invita a crescere, e a farlo per il bene di un popolo che non è solo il nostro. “Ovunque per portare Pace, aiuto, serenità” si torna a leggere su di uno striscione”, “Gli alpini non hanno confini…” su un altro, “Dal mare ai monti siamo sempre pronti” su un altro ancora. Erano in tanti e la città di Ivrea ha saputo accoglierli. Non è semplice organizzare un raduno ed è altrettanto difficile programmare quante persone giungeranno in città, ma l’evento, organizzato dalla sezione Ana di Ivrea e dal Comune, è stato un successo in termini di partecipazione, fortemente voluto da Marco Barmasse, Presidente della sezione Ana di Ivrea, per celebrare da una parte i 90 anni della quarta adunata nazionale (allora Convegno) svoltasi tra il capoluogo eporediese, sede del quarto Reggimento Alpini, e Aosta, con grande partecipazione di pubblico e la presenza del Re Vittorio Emanuele III; dall’altra per ricordare che Ivrea è stata sede di comando del “mitico” Quarto Reggimento Alpini dal 1887 al 1935.
Oggi come allora è stato nuovamente un successo. Tanto il “caos” in termini di persone al momento del ritrovo, ma estremamente piacevole: è il momento di libertà in cui l’Alpino si lascia andare all’allegria, allo scherzo, al dialogo; lo fa con gli amici, lo fa con tutti i presenti, per poi tornare ad essere “Tucc Un” stretto a marciare nella sua divisa, portavoce di quei principi di onestà, amicizia, solidarietà che da sempre lo contraddistingue, e lo fa in un batter d’occhio, ripristinando quella disciplina che lo vede camminare al passo, in fila per sei, allineato al gruppo, riportando ordine e rigore. Sanno stupire le Penne Nere, ed è per questo che al di là della storia che li ha visti protagonisti, sanno farsi voler bene, con il sorriso rivolto a tutti, e sempre presenti là dove qualcuno grida “Aiuto”. Oltre due ore di sfilata ininterrotta. Ad aprire il corteo il Sindaco Carlo Della Pepa seguito dai Sindaci del territorio canavesano, da autorità civili e militari, prima di giungere ai gruppi di sezione provenienti dal cuneese, biellese, vercellese, novarese, dal verbano cusio ossola, per terminare con Torino e la sua provincia, e a chiudere la sezione di Ivrea, tutti accompagnati dal suono delle tante bande che con le loro note hanno ravvivato l’intera città. È facile pensare che qualcuno forse ha perso il passo per sorridere a chi gli sorrideva, per stringere la mano a chi gliela porgeva, per mandare un bacio a quel bambino che, stupito, lo ammirava. Ma il passo l’Alpino sa riprenderlo in fretta in quello scarpone che ha conosciuto la marcia, che ha calpestato tanti suoli. “J’Alpin a fan la storia” e “Onesti per regola, responsabili per dovere” tornano a recitare due striscioni, con quello che ha segnato la fine di una bella e commovente giornata di festa con l’“Arrivederci a Omegna” il 27-28 settembre 2014: loro ci saranno.
Karen Orfanelli

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