Molinette: raggiunti i 3000 trapianti

Record del prof. Mauro Salizzoni e del Centro Trapianto di Fegato dell’Ospedale Universitario Molinette
Molinette raggiunti i 3000 trapiantiTORINO – Oggi il Prof. Mauro Salizzoni, docente di Chirurgia alla Scuola di Medicina dell’Università di Torino e Direttore del Centro Trapianto di Fegato della Città della Salute e delle Scienza, ha realizzato il trapianto di fegato numero 3000 in un paziente di 55 anni, ultimo di una storia ricca di successi, innovazioni e sperimentazioni nell’ambito dell’attività di ricerca scientifica e chirurgica del Centro. Il prestigioso traguardo è il risultato del lavoro di una rete di ricercatori e professionisti, che insieme ai donatori e alle loro famiglie lo hanno reso possibile.
Secondo il registro mondiale dei trapianti dell’Università di Heidelberg, il Centro Trapianto di Torino è tra i primi 5 centri di trapianto al mondo e condivide questa posizione prestigiosa con i centri di Cambridge, Dallas, Birmingham e del London Kings College.
Il record si è consolidato in poco più di 25 anni. Era infatti il 10 ottobre 1990 quando avveniva il primo trapianto di fegato, primo in Europa e quarto al mondo, su un paziente di 44 anni affetto da epatite virale che ha poi vissuto per 13 anni; ed ancora era il 10 gennaio 1993 quando si è dato avvio al trapianto pediatrico ed il 14 ottobre 1999 quando il trapianto è divenuto di routine anche su pazienti molto piccoli con patologie congenite.
Molinette raggiunti i 3000 trapianti salizzoniIl Centro di Trapianto epatico di Torino, diretto dal Prof. Salizzoni, è dunque un riferimento sia per la mole di attività e sia per i risultati qualitativi, come si evince dai dati che la rete italiana di trapianto espone sul sito del Ministero della Salute e che riporta tutti i risultati della sorveglianza che effettua il Centro Nazionale Trapianti.
In questi 27 anni, la sopravvivenza dei pazienti che hanno ricevuto il trapianto è stata pari al 91% ad 1 anno, 81% a 5 anni e 73% a 10 anni.
Questo vuol dire che a distanza di 10 anni dal trapianto 73 pazienti su 100 continuavano ad essere vivi: un traguardo insperato per chi ha malattie che lasciano – senza trapianto – un’attesa di vita da pochi giorni ad alcuni mesi. Si tratta di malattie gravi che portano ad un danno irreversibile del fegato (la cirrosi): il più delle volte a seguito di una infezione virale (31% a causa del virus C dell’epatite, 18% del virus B), ed ancora per cirrosi alcolica (12%), cirrosi di altra origine (14%), malattie metaboliche o malformative ed altre ancora.
Allargando lo sguardo a chi attende l’organo, al luglio 2017 sono in lista di attesa per il trapianto di fegato presso il Centro di Torino una ottantina di pazienti: il tempo medio di attesa è pari a pochi mesi. I fegati trapiantati a Torino provengono in larga misura da donatori dal territorio piemontese (73%), ma hanno contribuito anche le altre regioni italiane (26%) e in 29 casi cntri esteri (1%).

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