Monsignor Cerrato nuovo Vescovo di Ivrea (Guarda i video)

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IVREA – Due maxischermi, uno in piazza Castello, uno nella piccola Chiesa di San Nicola a trasmettere la cerimonia di insediamento del nuovo Vescovo di Ivrea, Monsignor Edoardo Aldo Cerrato, ieri pomeriggio in Cattedrale. Una folla di gente ad applaudire il suo arrivo; tante le strette di mani, gli abbracci e il regalo di un caloroso sorriso a tutti fedeli giunti in città per presenziare all’appuntamento; tanti anche i giovani che hanno voluto non mancare.
«Caro Vescovo, oggi la Città, il territorio, la sua Diocesi, le viene incontro accogliendola con letizia e gioia profonda. Oggi, iniziamo insieme un cammino, che speriamo lungo, e ricco di frutti collettivi e personali – ha detto il Sindaco Carlo Della Pepa, nelle parole introduttive del suo discorso.» Accanto a lui, le fasce tricolori dei tanti primi cittadini che governano le realtà di un territorio di cui sono state descritte difficoltà e ricchezze. Il ringraziamento, dunque, a chi si è succeduto alla guida della Diocesi di Ivrea, Monsignor Luigi Bettazzi e Monsignor Arrigo Miglio, entrambi presenti, prima di esprimere la propria gratitudine a chi oggi, intraprenderà dopo di loro, il cammino religioso e di fede.  Nelle parole del Sindaco il legame tra Ivrea e il Canavese e la terra che ha dato i natali a Monsignor Cerrato: la profonda adesione ai valori semplici e profondi della cultura contadina, primo fra tutti: concretezza e solidarietà. «Le radici eporediesi sono simili al territorio da cui proviene – ha aggiunto Della Pepa – Simili origini romane, simili travagli storici, la stessa tensione alla costruzione dell’Unità d’Italia, stesse tragedie durante i due conflitti mondiali, stessa lotta antifascista, lo scatto d’orgoglio della lotta partigiana, stessa tensione verso la costituzione di una Nazione una e indivisibile.» A piccoli passi verso l’attuale crisi economica, a partire dagli anni della ricostruzione, che hanno visto la trasformazione della società da un contesto agricolo a quello industriale, accompagnata in Canavese «da industriali illuminati, che hanno portato la Olivetti ad essere conosciuta nel mondo come azienda leader nel settore dell’informatica. Come dimenticare oggi – ha continuato Della Pepa – in questa crisi, l’esortazione di Camillo a non licenziare alcun operaio a causa della crisi economica della fabbrica, la morte prematura di Adriano, le successive scelte aziendali, che col tempo hanno causato crisi che si sono acuite, ma hanno spinto gli eporediesi a cercare nuove strade economiche ed industriali. Un percorso certo non ancora concluso, in un territorio che cerca di darsi una sua fisionomia nel contesto piemontese e nazionale, partendo proprio dalla storia, dalle ricchezze e qualità di paesaggio che possiede.»
Crisi che butta nello sconforto, che fa vivere molte famiglie nell’angoscia, a fronte di una classe politica italiana che «non si può dire operi a migliorare il quadro, nel rispetto dei valori dettati dalla Costituzione Italiana. Il Presidente della Repubblica Napolitano, ha parlato di “rilancio morale della Nazione”, che oggi ne ha bisogno come in pochi altri momenti da quando ha ritrovato la sua libertà.» Il riferimento di Della Pepa è andato ad un territorio Canavese, che non è immune da «inquietanti fenomeni di malcostume e di infiltrazioni mafiose», che la società sana e le Forze dell’Ordine cercano di debellare.» E l’invito è stato quello di non abbandonarsi alla rassegnazione passiva, ma di lottare per una società che sia più equa e più giusta. In ultimo, anche lo sguardo a quel Canavese, che da terra di emigrazione, è diventato terra di immigrazione, accogliendo uomini e donne in fuga da realtà estreme di guerra. «La chiesa e la società – ha concluso il Sindaco – hanno saputo accompagnarli in un processo di integrazione valorizzando, e non negando, le loro culture. Fortunatamente questa sua Diocesi è ricca di tante persone che ogni giorno lavorano onestamente, al servizio di persone più deboli e bisognose. Quello che le ho descritto è il Canavese, una terra che da oggi è la sua Diocesi. Sia per noi un pastore, un padre, un amico pieno di sollecitudine, vicino a tutte le povertà materiali e spirituali, sia per noi profeta e ci aiuti nella ricerca dell’essenziale, nella percezione del sacro della vita, che non è solo un valore religioso, ma anche civile, laico e strettamente connesso con l’esigenza di senso e di fondamento. Quando nell’uomo si cancella il senso del mistero, del sacro e l’esigenza del fondamento, la vita cade necessariamente nell’inconsistenza, e nell’infinita vanità del tutto. È solo camminando insieme che si apre un cammino e nuovi inaspettati panorami si possono presentare ai nostri occhi. Grazie per avere accettato questa missione e questa sfida.»
Alla celebrazione della Santa Messa ha fatto seguito il rinfresco ed un momento di festa a cui hanno preso parte anche alcune associazioni del territorio, a mettere in risalto usi e costumi. E mentre tutt’intorno la piazza si stava, a poco a poco liberando, a richiamare l’attenzione di Monsignor Cerrato, un gruppo di piccoli bimbi, a porgere il loro saluto attraverso un momento di musica e danza. E poi ancora sorrisi e tante sincere strette di mano. Semplici parole a riassumere il sentimento del Vescovo, al termine del discorso di benvenuto rivoltogli dal Sindaco di Ivrea. «Sento nelle sue parole e nel suo abbraccio, l’abbraccio di tutto il Canavese, della città, dell’intero territorio della Diocesi.»

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