Pietro Weber al Castello di Agliè (Guarda il video)

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AGLIÈ
È bastato un sopralluogo per innamorarsi del Castello che avrebbe ospitato le sue opere. L’artista è Pietro Weber, uno tra i principali ceramisti italiani, mentre gli spazi sono quelli del Castello di Agliè, presso i quali è allestita fino al 30 giugno la mostra “Sentinelle”, patrocinata dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, dalla Regione Piemonte e dal Comune di Agliè. Quaranta opere, è stato più volte sottolineato nel corso dell’inaugurazione di sabato 4 maggio, che sembrano pensate per il luogo in uno sposalizio straordinario, dove arte ed architettura sembrano tra loro “fondersi in un concerto”.
Trentino di nascita, Weber cresciuto artisticamente a Torino dove ha frequentato il liceo artistico, vi è rimasto fino alla fine anni ’80, per poi tornare nella terra natia. Artista poliedrico, Weber eccelle nell’arte ceramica, riuscendo a ritagliarsi un posto di primo piano nel panorama artistico nazionale vincendo nel 2007 il Premio Nazionale della Ceramica di Vietri sul Mare. «Artista dalle capacità e grande viaggiatore inusuali – ha sottolineato Marcello Neble, suo grande amico – Weber è come una spugna in grado di raccogliere le cose buone dei luoghi che visita. Le sue opere, infatti, sono come un insieme di elementi capaci di riassumere diverse epoche della storia dell’uomo e diverse culture con riferimento all’arte africana, mediorientale, e all’arte italiana nelle sue varie epoche, dando vita a ceramiche verticali come specchio dell’uomo, dell’umanità tutta riassunta in maniera sincronica in un’opera unica, in modo quasi primordiale.»
«Non esiste frattura fra passato e presente – ha commentato il professor Giovanni Cordero nel sottolineare la contemporaneità dell’arte – Opere che ci parlano di un passato lontano che ancora vive nel presente – ha aggiunto – qualcosa che ci lega alla nostra storia antropologica, e che impaginate in questa Serra particolarmente bella dal punto di vista architettonico, dialogano con essa che sembra ancora più importante perché racchiude opere di arte contemporanea, che al tempo stesso sembrano acquisire maggiore volume e dimensione. La bellezza della mostra sta nell’unione di stili, arti differenti che parlano al nostro cuore con il grande linguaggio dell’arte.»
Il poter rinnovare la continuità dell’arte al Castello di Agliè non nuovo ad esposizioni di scultura contemporanea nelle parole di Daniela Biancolini, direttore del Castello di Agliè. «L’arte antica e quella contemporanea, parlano lo stesso linguaggio agli occhi, al cuore e alla nostra crescita culturale ed interiore – ha sottolineato – Quando nel 2004 e nel 2006 è arrivata qui la Biennale di Scultura Contemporanea, aveva popolato il parco dove sono presenti sculture di straordinario livello come quelle che dominano la “Fontana dei quattro fiumi” del Collino o i due Angeli che dominano la scalinata verso la Fontana circolare. Un luogo che sembra congeniale alla scultura, come se ci fosse un discorso ininterrotto dal ‘700 ad oggi. Vedere dentro la Serra crescere come dal suolo queste sculture naturalmente inserite nel contesto che le ospita dà la misura che la strada è quella giusta, nella speranza di poter accogliere in futuro altre di queste esperienze: c’è bisogno di sentire che l’arte non è una pagina chiusa ma un libro dove l’ultima pagina non è stata ancora scritta.»
Karen Orfanelli

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