Rinnovato l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale

«Ringrazio i colleghi per la rinnovata stima e la rielezione a questo prestigioso incarico. Ho molto apprezzato chi ha espresso pubblicamente le contrarietà, perché è stato un gesto di chiarezza politica. Ho sempre cercato di esercitare il mio ruolo in maniera super partes, nei prossimi 30 mesi non cambierò negli atteggiamenti e cercherò di garantire imparzialità e correttezza.»
Così il Presidente del Consiglio regionale, Valerio Cattaneo, ha commentato la sua conferma sullo scranno più alto di Palazzo Lascaris.
Una rielezione che ha visto, in seconda votazione, un ampio consenso dimostrato dai 47 voti espressi in suo favore.
Conferma anche per il vice Presidente di minoranza Roberto Placido (Pd),  mentre per la maggioranza Fabrizio Comba (Pdl) subentra a Roberto  Boniperti (Progett’Azione). Nessun cambio  per i consiglieri segretari  Lorenzo Leardi (Pdl), Gianfranco Novero (Lega Nord) e Tullio Ponso (Idv).
Nella prima votazione per la presidenza nessun candidato ha raggiunto il  quorum richiesto di 31 voti. Cattaneo si è fermato a quota 30, mentre  Michele Giovine (Pensionati) e Rosa Anna Costa (Pdl) hanno ottenuto un  voto ciascuno. Di conseguenza si è proceduto al ballottaggio tra i tre
nomi, giungendo così all’elezione del presidente. Durante il dibattito il presidente di Progett’Azione, Angelo Burzi, ha confermato «l’uscita dalla maggioranza. Nella definizione degli assetti non siamo stati considerati a sufficienza. Prendiamo le distanze da qualcosa che ci vede coinvolti nella linea politica ma non nelle cose da fare.»
Il presidente del Pd, Aldo Reschigna, prima della votazione di ballottaggio ha denunciato «l’assenza di una maggioranza autonoma, come è emerso dalla prima votazione. Chiediamo con urgenza un dibattito sulla situazione politica della Regione perché non possiamo permetterci  instabilità in un momento difficile per i piemontesi.»
«Abbiamo chiesto che si giungesse a un celere rinnovo dell’Udp – ha spiegato il capogruppo Pdl, Luca Pedrale – da adesso in avanti dovremo  concentrarci su alcune questioni aperte, visto il particolare momento di difficoltà.»
«Un Ufficio di Presidenza da non riconfermare» per il presidente del M5S Davide Bono. «Nel 2010 dopo una riunione burrascosa e carica di tensione, il mio gruppo non si è sentito tutelato. A seguito di comportamenti  violenti di alcuni colleghi, siamo stati noi oggetti di censura.»
Infine Michele Giovine ha evidenziato «forti perplessità su questa trattativa. Le mie opinioni non sono state considerate e non sono neanche stato convocato per le riunioni di maggioranza. Per questo non sostengo Cattaneo come presidente, e neanche il resto dell’Udp proposto dalla
maggioranza.»

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