Saldi meglio delle previsioni ma rimangono le difficoltà

TORINO – Avvio meno negativo rispetto alle previsioni, ma commercianti non pienamente soddisfatti. È quanto emerge da un rapido sondaggio effettuato dalla Confesercenti fra i commercianti nella prima giornata di saldi a Torino e in provincia.
Rispetto ai saldi precedenti, il calo delle vendite è indicato nel 10% e anche lo scontrino medio è più basso. Gli acquirenti – dicono i commercianti – sono particolarmente oculati e nella maggior parte dei casi si limitano ad acquistare uno/due capi. Gli acquisti sono sempre più rigidamente programmati e si sono ridotti di molto quelli “d’impulso”, tipici dei saldi di qualche stagione fa. Chi entra in negozio, perciò, sa già che cosa intende acquistare e non si lascia “distrarre” da altre occasioni di acquisto. Eppure, proprio per fa fronte al prevedibile calo, lo sconto medio rilevabile nella maggior parte dei negozi è aumentato e oscilla fra il 40 e il 50%, rispetto al tradizionale 30% medio che si registrava nei primi giorni durante le stagioni precedenti. Comunque, dopo una mattinata al rallentatore, dal primo pomeriggio l’affluenza nei negozi pare aumentata e molti operatori non disperano di chiudere al meglio la giornata.
«Il comportamento dei consumatori – dice Antonio Carta, presidente della Confesercenti – si conferma cauto e le molte presenze registrate almeno nel centro cittadino non necessariamente significano acquisti. Inoltre è proprio nel centro che sono concentrati i negozi monomarca e le catene, che praticano una politica di prezzo estremamente aggressiva: ma per dare un giudizio complessivo non bisogna limitarsi al centro. In ogni caso, c’è da sperare che le cose possano andare meglio nel prossimo fine settimana, visto che almeno una parte della popolazione è ancora fuori per gli ultimi giorni di festa. Siamo preoccupati, ma è indispensabile un po’ di ottimismo: i saldi che hanno appena preso il via continuano a rappresentare una buona occasione di risparmio per le famiglie e una opportunità per gli imprenditori di recuperare le perdite registrate a causa della crisi economica, del calo dei consumi, dell’aumento di tasse e costi di gestione.»

 

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