Slow Food. Storia di un’utopia possibile

Slow Food. Storia di un'utopia possibileTORINO – «Una proposta rivolta a tutti coloro che vogliono vivere meglio (…). Da oggi i fast food vengono evitati e sostituiti dagli slow food, cioè da centri di goduto piacere. In altri termini, si riconsegni la tavola al gusto, al piacere della gola (…) Lo slow-food è allegria, il fast-food è isteria».
Sono alcuni passaggi del documento pubblicato trent’anni fa su “Il Gambero Rosso”, supplemento settimanale del quotidiano “il manifesto”: era il 3 novembre 1987. Aveva molte firme prestigiose, oltre a quelle di Carlo Petrini e Stefano Bonilli – che dirigevano insieme quelle pagine – e del direttore Valentino Parlato, di intellettuali e dirigenti politici: Folco Portinari (che materialmente scrisse l’appello), Dario Fo, Francesco Guccini, Gina Lagorio, Ermete Realacci, Sergio Staino e tanti altri.
Slow Food. Storia di un'utopia possibile 1Il libro “Slow Food. Storia di un’utopia possibile”, firmato da Carlo Petrini con Gigi Padovani, racconta questi trent’anni del movimento nato da quelle due parole che allora nessuno conosceva – slow-food con il trattino – che ha cambiato il nostro modo di guardare al cibo.
Il libro verrà presentato al Circolo della Stampa di Torino, in corso Stati Uniti 27, venerdì 27 ottobre, alle ore 21. Intervengono l’autore Gigi Padovani, Roberto Burdese, presidente onorario Slow Food Italia, Oliviero Alotto e Leo Rieser, della Condotta Slow Food Torino Città.

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