Val Soana: conoscere e convivere con il lupo

RONCO – Sabato 23 marzo alle 15, nel salone polivalente, si terrà l’incontro dedicato al ritorno del lupo in Val Soana, organizzato dall’Ente Parco Nazionale Gran Paradiso per mettere a conoscenza cittadini ed allevatori della situazione relativa alla presenza del lupo nel versante piemontese del Parco e delle possibili attività di prevenzione da mettere in atto per convivere con questo predatore.
Il ritorno del lupo nell’alto canavese è conseguenza di una migrazione naturale, in partenza dall’Appennino ligure e dalle Alpi marittime e quindi dalle aree montane della Savoia. L’Ente Parco ha quindi ritenuto necessario informare e coinvolgere gli abitanti della val Soana, per sgombrare il campo a dubbi, inesattezze, paure e luoghi comuni su questa specie, protetta a livello nazionale ed europeo.
Oltre ad attività di comunicazione e di dibattito col pubblico saranno messe in atto, anche in concerto con la Regione Piemonte, azioni di prevenzione e di informazione degli allevatori locali per il controllo dei capi in alpeggio. L’Ente Parco provvederà inoltre, come previsto dalla Legge, a garantire le procedure di indennizzo dovute in caso di attacco di lupi al bestiame.
Il lupo non deve essere visto solo come un problema. Al contrario, se opportunamente conosciuto,  in alcune realtà montane si è dimostrato essere una risorsa a livello turistico, basti pensare al simbolo del Parco Nazionale della Majella, ma senza andare lontano, allo Spazio Lupo creato all’interno del centro visitatori del Parco in Valsavarenche o al Centro faunistico “uomini e lupi” aperto recentemente nel Parco delle Alpi Marittime, che attirano molti visitatori.
“Ci auguriamo che la partecipazione all’incontro sia la più ampia possibile” spiega Bruno Bassano, Responsabile del servizio scientifico e sanitario del Parco, “la conoscenza del lupo è la prima delle azioni di prevenzione che si possono mettere in atto, ed è compito del Parco far sì che i suoi residenti sappiano quali sono i comportamenti da adottare per rendere possibile la coesistenza con il predatore”.