Welfare, due torinesi su tre andrebbero a vivere all’estero dopo la pensione

TORINO – Dopo la pensione? La valigia. Perché di fronte alla prospettiva di assegni sempre più bassi, quasi due torinesi su tre (60%) si dicono disposti addirittura a trasferirsi all’estero per poter mantenere uno stile di vita simile a quello attuale e trovare un ambiente e servizi più adatti alla terza età, senza trascurare la possibilità di fare nuove, piacevoli esperienze.
È il quadro che emerge dall’Osservatorio di Reale Mutua dedicato al welfare.
Un abitante di Torino su due (50%), infatti, teme che la propria pensione non sarà sufficiente a mantenere un tenore di vita adeguato una volta usciti dal mondo del lavoro, e un ulteriore 30% vede molta incertezza all’orizzonte.
Fra i principali timori, quello di non poter sostenere le spese mediche di cui si potrebbe aver bisogno andando in là con gli anni (44%) o persino cadere in povertà assoluta (30%). Preoccupano anche il rischio di dover gravare economicamente sulla famiglia anche per le necessità quotidiane (29%) e non riuscire a dare sostegno economico a figli e nipoti (25%).
Non si tratta solo di pessimismo. A gettare ombre sul futuro pensionistico dei torinesi sono anche le difficoltà del presente, a partire dal rischio di imprevisti e spese straordinarie, che costringano a metter mano al portafoglio anzitempo (58%) e dall’instabilità dello scenario economico (42%) e normativo (38%) del momento. Preoccupano anche la precarietà del lavoro (42%) e una generale difficoltà a risparmiare per la vecchiaia (41%).
Ma quali sono le misure di welfare a cui guardano gli abitanti Torino per integrare la pensione e prepararsi agli anni della vecchiaia? Più della metà (56%) punterebbe sulla previdenza complementare: di questi, il 53% con un fondo pensione, il 37% con un piano individuale di risparmio e il restante 11% stipulerebbe una polizza assicurativa. Ciò che conta, dicono i torinesi, è pensarci per tempo, fin da giovani (33%) o da quando si inizia la propria carriera lavorativa (47%).
Quasi un torinese su due (47%) investirebbe invece i propri soldi nel mattone. Un dato che si discosta dalla media nazionale (34%), segno del fatto che a Torino la casa è ancora considerata un bene rifugio per i tempi difficili. Per il 31% la soluzione è invece tenere i propri soldi sul conto corrente, mentre un ulteriore 28% vede come soluzione quella di investire i propri risparmi sul mercato finanziario.
Ma a chi si rivolgono i torinesi per farsi consigliare? Il 46% si muoverebbe in maniera autonoma, cercando informazioni sul web (24%) o decidendo da sé (22%). Il 37% si affiderebbe a un consulente, il 27% alla propria banca, il 24% all’agente assicurativo, mentre per il 18% le figure di riferimento sono familiari, colleghi o amici.

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