L’intervista a Daniela Servidone – Medico chirurgo, Specialista in endocrinologia, sessuologa, psicoterapeuta individuale e di coppia

Intervisto oggi la D.sa Servidone che, da più di trent’anni, nel suo studio di Torino, aiuta uomini e donne a comprendere meglio se stessi ed il proprio partner per poter tornare ad avere una vita serena e gratificante sia come singoli sia in coppia. Lo spunto del nostro colloquio è il titolo di un libro “Perché non lo lascio?” di Rosa Galante che ho letto da poco e che, proprio nel titolo, riecheggia una domanda che spesso mi è venuta alla mente nell’ascoltare o nel leggere storie di donne che, nonostante avessero già subìto moltissime violenze fisiche e verbali, sono state uccise proprio dall’uomo che non avevano lasciato o dal quale si erano allontanate non riuscendo o non potendo chiudere definitivamente la storia. Pur comprendendo che ogni unione è un mondo a sé costruito da due esseri unici ed irripetibili e che le motivazioni sono molteplici e molto variegate, chiedo alla D.sa Servidone perché molte donne non riescano a districarsi dai meccanismi complessi e contorti di storie che chiamare “d’amore” sarebbe veramente troppo. La risposta è a dir poco disarmante perché, dice appunto la D.sa, pur essendo molte le motivazioni, la più sconcertante è che le donne, nonostante il genere femminile si sia molto emancipato negli ultimi quarant’anni, non riescono ad accettare che l’uomo che hanno scelto come compagno di vita non sia il ‘principe azzurro’ di cui pensavano di essersi innamorate. Nella fase dell’innamoramento ognuno dà il meglio di se stesso e, senza volerlo, nasconde i lati oscuri e rifiutati della propria personalità ma, passando il tempo, quando l’innamoramento si trasforma in amore, il sentimento si fortifica perdendo, in parte, quegli stimoli di entusiasmo e di passionalità che fanno sentire gli innamorati come se “camminassero sulle nuvole”. Con il passare del tempo, complici le difficoltà del vivere quotidiano, il lato oscuro presente in ognuno diviene più evidente, trasformando il rapporto a due in un qualcosa di profondamente diverso. In molti casi è proprio in questo momento cruciale che viene a mancare la voglia di comunicare e di comprendere che porta gli innamorati a parlare per ore ed ore senza stancarsi. E’ a questo punto che le differenze di genere e gli intenzionamenti famigliari e originari si acuiscono poiché le donne tendono ad approfondire e comprendere meglio la situazione mentre, gli uomini, preferiscono affidarsi alla speranza che, se non ci si dà abbastanza peso, la crisi passerà. Il muro che si crea tra i partner diventa molto spesso ed invalicabile perché viene a mancare uno dei cardini su cui si basa ogni tipo di rapporto: la comprensione profonda dell’altro. A questo punto, la donna ricerca affannosamente il modo per far tornare quell’uomo di cui si è tanto innamorata e che, in sostanza, è sparito lasciando al suo posto lo sconosciuto che ha di fronte. L’uomo, d’altro canto, si trova spiazzato perché proprio non comprende quale sia il problema. L’amore, la dolcezza, il dialogo, il sentirsi soli se l’altro non c’è svaniscono lasciando il posto al voler bene, all’abitudine, alle chiacchiere tra sordi e alla voglia di fuggire da una situazione che si fa, via via, sempre più pesante. Se nell’uomo che forma la coppia c’è una grossa componente di instabilità causata dalla perdita di ruolo che il genere maschile ha dovuto affrontare negli ultimi decenni, affiancata d una fragilità nella conoscenza di se stessi, può essere che insorga in lui un conflitto che lo porta a non sapere più come reagire per porre rimedio alla situazione ed è in questo preciso momento che, in preda alle sue paure, diventa violento e despota. La donna, anch’essa incapace di uscire dal ruolo tradizionale, persevera ostinatamente nel cercare di far riemergere l’uomo di cui si è innamorata e che ha visto esistere mentre l’uomo, sempre più in difficoltà a causa della sua confusione di ruolo e di comportamento, cerca vie di fuga che gli permettano di uscire rapidamente e facilmente dalla crisi; in alcuni casi, non così rari, purtroppo, il maschio fa affidamento sull’unica cosa certa che ha più di una donna: la forza fisica. E’ evidente, rileva ancora la D.sa Servidone, che alle motivazioni appena esposte, se ne associano molte altre ma, in genere, solo la comprensione e l’accettazione del divenire altro da ciò che si era al momento della scelta può arginare le difficoltà a cui una coppia è sottoposta. Per uscire da una situazione drammatica occorrerebbe che i partner ricordassero di essere anche amici e, come amici di lungo corso, non avessero problemi nel condividere i propri pensieri ed i propri malesseri e, proprio grazie a questa condivisione, si aiutassero nel trovare soluzioni che appaghino entrambi in un costante adattamento alla vita ed alle sue prove ed esigenze.
N.V.

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