Gonfiavano il valore di immobili per intascare finanziamenti e mutui da banche e societa’ di leasing

Alla fine di ottobre il Giudice del Tribunale di Torino, Silvia Salvadori, accogliendo le richieste di patteggiamento di 5 imputati coinvolti in una inchiesta per frode fiscale e bancarotta fraudolenta, ne ha disposto la condanna a pene variabili da 1 a 3 anni di reclusione, ordinando, inoltre, la “confisca per equivalente” di beni e disponibilità finanziarie per circa 5 milioni di euro quale profitto ritratto dai reati commessi. 
È il primo esito processuale dell’operazione condotta dalla Procura di Torino – pool “penale dell’economia” – e dalle Fiamme Gialle del luogo, che consentì di sgominare un anno fa un sodalizio dedito alla realizzazione di spregiudicate operazioni immobiliari e societarie.
In particolare, gli imputati erano ricorsi a tecniche evasive per realizzare profitti che, altrimenti, gli investimenti immobiliari avrebbero consentito di acquisire solo in parte ed a distanza di tempo.
Nel novembre dello scorso anno vennero eseguiti 12 arresti, sequestrati beni per oltre 10 milioni di euro, individuate gravi responsabilità penali per reati tributari e fallimentari nei confronti di 17 soggetti, poi tutti rinviati a giudizio, e il coinvolgimento di 54 società, molte delle quali sono successivamente fallite.
L’associazione a delinquere individuata, con a capo due imprenditori del settore immobiliare, caratterizzata dalla compartecipazione di tre professionisti, aveva creato un sistema fraudolento basato sull’utilizzo di società  “cartiere”, di persone fisiche con il ruolo di “teste di legno”, nonché di perizie che gonfiavano il valore degli immobili oggetto delle transazioni.
Venne ricostruito un giro di false fatturazioni per oltre 100 milioni di euro, attraverso cui erano stati occultati al Fisco redditi per 27 milioni di euro ed evasa l’Iva per 15 milioni. Il tutto era risultato funzionale anche all’ottenimento di ingenti finanziamenti e mutui da banche e società di leasing, in parte intascati e monetizzati dai membri del sodalizio criminale.
Tra i condannati spiccano 2 commercialisti, già colpiti da misura cautelare personale e nei cui confronti sono state pronunciate le condanne più gravi. Nei confronti degli altri 12 coimputati, tra cui un altro professionista, continua il processo davanti alla sessione collegiale del Tribunale di Torino. In questa fase si conoscerà anche la sorte dei restanti beni sequestrati che, in ipotesi di condanna definitiva, saranno destinati ad alimentare, nel caso delle disponibilità finanziarie, il Fondo Unico per la Giustizia, mentre i beni immobili potranno essere destinati a finalità di pubblico interesse dall’Agenzia del Demanio.

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