La Cisl dice no allo sciopero del 28 settembre: “Stiamo ai tavoli… non sulle barricate!”

IVREA – “L’Italia è stretta e lunga”. È una frase che Paolo Osella, Segretario Generale Cisl Funzione Pubblica Canavese, ha più volte preso ad esempio per ricordare che il nostro Paese  è composto da regioni diversificate tra loro, all’interno delle quali, disposizioni calate dall’alto potrebbero non essere le più adeguate. Non un discorso “leghista” ma un paragone per dire che, anche in termini di “spending review”, potrebbero esserci delle differenze. Quel che è certo, ha sottolineato Osella, “è che in Canavese il problema “esuberi” ad oggi non c’è; ed anche se al momento non esistono dati certi estrapolati dal Governo su cui le organizzazioni sindacali possono dire la loro, questo è un punto su cui occorre riflettere.” Da qui si può partire per spiegare la mancata adesione della Cisl nazionale allo sciopero sciopero del Pubblico Impiego proclamato da Cgil, e Uil per il 28 settembre contro la Legge 95/2012, è stata organizzata per spiegarne il perché.
Organizzazioni sindacali, dunque, che si sono trovate su due fronti divergenti. “Come Cisl abbiamo voluto mantenere una posizione diversa. Anche se oggi non abbiamo riscontri sulla Spending Review a livello territoriale, riteniamo importante, pur non condividendone i fondamenti, mantenere tavoli di confronto, attivando percorsi sindacali unitari. Questa è la strada prioritaria da seguire per ottenere dei risultati e lo sciopero della prossima settimana è a nostro avviso poco efficace.”
Parola chiave per la Cisl è “concertazione”: confronto come modo ideale per poter giungere ad accordi indispensabili per quanto riguarda la pubblica amministrazione, per poter ragionare sulle preoccupazioni che la vedono lavorare in prima linea in termini di ricadute sui lavoratori e cittadini, perché alcune problematiche su dotazioni organiche e mobilità, potrebbero verificarsi, anche sul nostro territorio. “Il percorso messo in piedi prevede una collaborazione tra Confederazione e Federazione pensionati con cui stiamo appunto elaborando richieste e tavoli di confronto. La situazione è in evoluzione e in questa attesa la Cisl, pur rispettando la presa di posizione di Cgil e Uil, ritiene che la concertazione sia un percorso auspicabile. Fino ad ora ha portato a buoni risultati – ha concluso Osella – e un tavolo di confronto significa avere un qualcuno che tenta di arginare situazioni pesanti. Senza concertazione vincono i poteri forti e se l’obiettivo della Spending Review è quello di individuare le “sacche di spreco”, in quelle sacche di spreco, vogliamo poter dire la nostra”.
E il messaggio giunge chiaro dal bollettino di informazione ed approfondimento della Cisl: “A Palazzo Vidoni e all’Aran – si legge all’interno – si definiscono le regole comuni, ma il nostro progetto prende forma anche e soprattutto nei territori e nei posti di lavoro. È qui, a partire dal nostro ente, che le regole della trasparenza e della partecipazione devono tradursi in prassi contrattuali innovative, in grado di controbilanciare i rischi che possono derivare da un’applicazione miope della legge 95/2012. È qui che va cercata l’alleanza con i cittadini, con il mondo associativo, con dirigenti ed amministratori pubblici onesti intorno a proposte condivise. Ora è il momento di premere sui nostri interlocutori anche ai livelli locali per mettere in moto una riorganizzazione profonda del sistema dei servizi.”
Un cambiamento che per la Cisl si fa “stando ai tavoli… non sulle barricate!”

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